Brexit, Draghi: impatto su pil Eurolandia fino allo 0,5%. Risolvere i problemi delle banche

Martedì 28 Giugno 2016
Brexit, Draghi: impatto su pil Eurolandia fino allo 0,5%. Risolvere i problemi delle banche
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La Brexit può avere un impatto negativo fino allo 0,5% del Pil della zona euro. Lo afferma, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg che cita un documento ottenuto al vertice Ue, il presidente Bce Mario Draghi secondo cui ci sarà una riduzione della crescita del Pil nei prossimi tre anni.

Se la Gran Bretagna dovesse finire in recessione, si legge nel documento ottenuto dalla Bloomberg, l'effetto sull'area euro sarebbe immediato. Tutti i mercati internazionali, avrebbe detto Draghi, sarebbero colpiti specialmente quelli dei cambi. La Bce ha così intensificato la cooperazione con le altre banche centrali sui movimenti valutari e, ha assicurato, farà tutto il necessario per assicurare la stabilità dei prezzi. 

«Non possiamo permetterci di non risolvere» i problemi delle banche, ha poi sottolineato Draghi. «È ora di farlo», ha aggiunto.

La Brexit può innescare una corsa alle svalutazioni competitive delle monete in tutto il mondo, è poi il timore del presidente della Bce espresso al vertice Ue. «Temiamo le reazioni - ha detto Draghi - dei paesi che provino a
correggere ciò che loro vedono come un tasso di cambio errato, cosa che potrebbe innescare svalutazioni competitive e incrementare i premi di rischio e le turbolenze». 

«Il risultato deludente del G20 per aumentare la crescita economica mondiale del 2% con misure strutturali è un esempio di come le intenzioni e le azioni possano divergere», aveva detto nel suo intervento a Sintra, in Portogallo all'Ecb Forum on Central Banking, il presidente della Bce sottolineando che «è in contrasto con quanto avvenuto nel caso del coordinamento globale dell'azione di bilancio nel 2008-2009, che fu un successo». Il numero uno dell'istituto di Francoforte ha aggiunto che questi tipi di formati internazionali, come il G20, non possono «vincolare i Paesi a prendere misure specifiche ma il riconoscimento reciproco di un interesse comune può essere una forma di coordinamento».


 

Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 12:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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