Bce: «Jobs act dà dinamismo a occupazione». Ma chiede più sforzi ai paesi con debito alto

Giovedì 22 Settembre 2016
Draghi
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«La riforma del mercato del lavoro introdotta in Italia nel 2015 ha contribuito al rinnovato dinamismo dell'occupazione nel paese negli ultimi trimestri». È quanto si legge in merito agli effetti del Jobs Act nel bollettino mensile della Bce, che sottolinea come «in Italia è stata registrata negli ultimi quattro trimestri un'accelerazione» dell'occupazione, anche se il nostro Paese, insieme alla Francia, ha contribuito meno di Germania a Spagna alla ripresa dell'occupazione nell'area dell'euro.

Il Consiglio direttivo della Bce «si attende che la ripresa economica proceda a un ritmo moderato ma costante». «La domanda interna continua a essere sorretta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria all'economia reale. Le favorevoli condizioni finanziarie e il miglioramento delle prospettive della domanda e della redditività delle imprese seguitano a promuovere la ripresa degli investimenti».

Le previsioni sul Pil, già diffuse dal presidente Mario Draghi nella riunione dello scorso 8 settembre, sono pari all'1,7% nel 2016, all'1,6 nel 2017 e all'1,6 nel 2018.

L'Eurotower avvisa «tuttavia che si ci si aspetta che la ripresa economica nell'area sia frenata dalla persistente debolezza della domanda estera, parzialmente connessa all'incertezza in seguito all'esito del referendum nel Regno Unito, nonché dagli aggiustamenti di bilancio necessari in diversi settori e dalla lenta attuazione delle riforme strutturali».

La Bce sottolinea tuttavia che «occorre compiere ulteriori sforzi di risanamento, soprattutto nei paesi con debito pubblico elevato». «Questi paesi sono particolarmente vulnerabili a un aumento dell'instabilità nei mercati finanziari o a una risalita dei tassi di interesse». Allo stesso tempo, «la piena conformità al Patto di stabilità e crescita sarebbe di supporto ai paesi nella correzione degli squilibri di bilancio, guidandoli in tal modo verso una traiettoria di indebitamento adeguata».

Il Bollettino riprende anche il tema già evidenziato dal presidente della Bce, Mario Draghi, in merito alla necessità che «i paesi dell'area dell'euro con margine di intervento sui conti pubblici ricorrano a questo spazio di manovra, ad esempio attraverso l'espansione degli investimenti pubblici». Commentando le mancate decisioni della Commissione Ue nei confronti di Spagna e Portogallo, la Bce sottolinea che «in prospettiva, occorrerà impegnarsi affinché i documenti programmatici di bilancio siano efficaci come allarme preventivo e strumento correttivo. Questo rende necessaria l'applicazione piena e coerente, nel tempo e fra paesi, delle disposizioni previste dal cosiddetto 'two-pack'», ovvero quelle che mirano a rafforzare la vigilanza sugli Stati in difficoltà economiche finanziarie con rischi di contagio sull'Eurozona o su quelli che già ricevono assistenza finanziaria e quelle che chiedono agli Stati Ue di migliorare le proprie previsioni economiche e il controllo sul bilancio affidando entrambi ad organismi indipendenti.


Quanto alla Brexit, rischia di pesare sull'export e gli investimenti europei. Nel bollettino economico la Bce segnala come i rischi «per le prospettive del commercio» del'area euro «restino orientati verso il basso e sono connessi principalmente agli effetti negativi del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Ue». La crescita delle esportazioni di beni verso il Regno Unito, notano gli esperti dell'Eurotower «ha cominciato a perdere slancio già all'inizio del 2016. Si è aggiunto il forte deprezzamento della sterlina rispetto all'euro.

È probabile che la minore domanda di importazioni nel Regno Unito abbia non solo un effetto diretto negativo sul commercio dell'area dell'euro, visto che il Regno Unito è uno dei principali partner commerciali dell'area, ma anche un effetto indiretto sull'interscambio attraverso altri paesi». Inoltre «le incertezze legate alle future relazioni tra l'UE e il Regno Unito e le potenziali implicazioni per l'economia dell'area dell'euro potrebbero gravare sulle prospettive di investimento».

Prosegue nell'area euro la «graduale ripresa dei prestiti bancari», grazie anche alle misure straordinarie della Bce. Il bollettino economico dell'istituto centrale segnala come «i bassi tassi di interesse e gli effetti delle misure non convenzionali di politica monetaria continuano a sorreggere la dinamica della moneta e del credito» assieme «alle prospettive favorevoli del mercato delle abitazioni». Le banche, spiega la Bce, «hanno trasmesso le condizioni favorevoli di finanziamento alla clientela attraverso tassi sui prestiti più contenuti e allentato i criteri di concessione del credito, sostenendo così la ripresa dei prestiti».

L'eurotower stima «che nel secondo trimestre 2016 il flusso annuo dei finanziamenti esterni totali alle società non finanziarie sia aumentato». In tale contesto, il principale effetto delle misure straordinarie (OMRLT) si è concretizzato in un allentamento dei termini e delle condizioni di prestito. Le banche hanno inoltre segnalato che la liquidità addizionale è stata utilizzata soprattutto per l'erogazione di prestiti e che la misura ha prodotto un impatto positivo sulla loro redditività.

Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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