La rivoluzione di Barilla: "Dal 2020 dipendenti potranno lavorare da casa"

Mercoledì 24 Febbraio 2016 di Lorena Loiacono
Per Barilla rivoluzione telelavoro
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Rivoluzione Barilla, quando la pasta fatta in casa non è solo un modo di dire. Il pastificio italiano, fondato a Parma nel lontano 1877 e cresciuto in quasi 140 anni di attività tra acqua, farina e sughi freschi, si tiene infatti al passo con i tempi e punta dritto verso lo “smart working”. 

Che cosa vuol dire? Che dall’anno 2020 tutti i dipendenti della multinazionale italiana potranno lavorare da casa. Tutti, compresi quelli coinvolti nella produzione. Una dinamica lavorativa decisamente flessibile che si basa su esperienze già avviate. Barilla infatti ha portato avanti un progetto pilota a partire dalla metà del 2013 con 300 persone in 5 Paesi diversi.

Nel 2014 sono stati coinvolti 1600 dipendenti e la metà, ad oggi, sceglie il telelavoro regolarmente. Da qui ai prossimi quattro anni estenderà la possibilità di scelta a tutti. Un'opzione presa in considerazione, fino ad oggi, da oltre il 70% dei dipendenti: circa 1200 persone, sulle 1600 a cui ne è stata data la possibilità, ha scelto almeno una volta di avvalersene. Ad aderire sono state soprattutto le donne di età compresa tra i 30 e i 55 anni e tutti coloro che, ogni giorno, erano costrette a lunghi spostamenti per raggiungere il posto di lavoro.

Un successo di gradimento, quindi, da cui parte l'idea di allargare la platea. «Smart working per Barilla significa tre cose – ha spiegato Alessandra Stasi, la responsabile Organization & People Development –. Innanzitutto significa poter lavorare dovunque, comunque e in qualunque momento. Poi vuol dire utilizzare gli spazi in un modo diverso: abbiamo lavorato molto nelle varie sedi per riorganizzare gli uffici intorno alle attività di collaborazione, di comunicazione, di concentrazione individuale, che oggi possono essere fatte anche da remoto. Il terzo aspetto sono le tecnologie digitali, diverse rispetto al passato». 

I dipendenti possono decidere di lavorare fuori dall'ufficio per 4 giorni al mese, prendendo i dovuti accordi con i proprio manager per i quali, secondo uno studio portato avanti con l'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano su un campione di 600 persone coinvolte in Barilla, non c'è stato un peggioramento nella qualità del lavoro. 

Semmai un miglioramento nella vita privata dei dipendenti. Anche perchè la nuova forma di telelavoro consente di ricevere lo stesso stipendio e la stessa copertura assicurativa di chi invece le canoniche otto ore d'ufficio le passa alla scrivania. Si lavora dunque da casa, senza stress legato al traffico e senza dover andare per forza d'accordo con i colleghi. E poi la pasta quando è davvero fatta in casa, si sa, è molto più buona.
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