Banche spaccate, in dieci scelgono Iccrea. Miotto: «Gruppo rodato»

Sabato 25 Febbraio 2017 di Maurizio Crema
Arturo Miotto
Bcc del Veneto spaccate a metà. S’allarga il fronte per Iccrea che oggi potrebbe essere rappresentato da una decina di banche locali come Monsile, Banca di Verona, Brendola, Centromarca, Santo Stefano, Patavina, Basso Vicentino, Benaco, Concamarise. Sono quasi altrettante le Bcc che potrebbero aderire a Cassa Centrale Banca con due big come Banca della Marca (in procinto di fondersi con Marcon) e Annia (che ha assorbito la Banca del Veneziano) più orientate verso Trento. «Il cda della Monsile si è già espresso da tempo, ora tocca ai soci nell’assemblea del 21 maggio sancire la nostra adesione al gruppo Iccrea - spiega Arturo Miotto, direttore generale della Bcc trevigiana di Monastier e Sile, una delle più importanti del Trevigiano che dopo il commissariamento del 2012 ha ripreso a marciare spedita e ha chiuso il 2016 con in utile netto di 1,2 milioni con raccolta e soci in crescita -. La scelta è stata quella andare sul sicuro, scegliere un gruppo che ha superato gli stress test, che ha un portafoglio di prodotti per la clientela rodato e che ha già il miliardo di patrimonio che serve. In più abbiamo anche una quota di Iccrea abbastanza rilevante per le nostre dimensioni, oltre 6 milioni, lo 0,76% del capitale. E da buoni veneti siamo anche riconoscenti: nei momenti di difficoltà ci hanno aiutato». Miotto, ex gruppo Intesa, è direttore generale della Monsile dal luglio 2013 e ha contribuito decisamente al rilancio della Bcc trevigiana: «Gli impieghi netti sulla raccolta diretta oggi sono al 94%, il Cet1 che a inizio del 2014 era 9,19% ora è arrivato al 12,88%, siamo riusciti ad avere un indice di copertura sulle sofferenze del 70,8% che poche Bcc hanno - racconta - possiamo guardare al nostro futuro con serenità». Nessuna fusione in vista: «Siamo convinti che una volta avviato il gruppo il concetto di dimensioni perda ogni appeal. E in futuro sarà la stessa capogruppo a definire la ripartizione degli sportelli per evitare sovrapposizioni».
Resta la divisione a livello regionale: «Il Veneto è spaccato come al solito: non sappiamo coalizzarci attorno a una persona, a un’idea. Ho visto questo film con le Casse di risparmio, lo rivedo nelle Bcc - dice Miotto -. Il Sud d’Italia quando c’è un leader si coalizza, il Veneto invece si divide». Ora c’è chi teme scontri all’arma bianca nelle società di servizio. «Per la Federazione e le società di servizio verranno trovate delle soluzioni - confida Miotto -. Ma io ho ancora una speranza che prima o poi qualcuno dall’alto intervenga e si vada al gruppo unico. I due poli sono una scelta assurda, potremo diventare tra i primi gruppi bancari italiani».
Miotto poi passa a fotografare l’operatività: «Il 2017 è iniziato abbastanza bene, le imprese venete stanno continuando ad esportare. Per quanto ci riguarda, l’utile netto 2016 è stato di 1,2 milioni, prevediamo di farne 1,4 quest’anno». Sulla crisi delle due popolari venete il direttore della Monsile è netto: «Avevano valori sopravvalutati. Ora noi Bcc siamo rimaste le uniche realtà locali: abbiamo raccolto qualcosa da loro, ma se avessimo definito il gruppo unico prima avremo conquistato molti più clienti».
Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 20:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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