Banche italiane, nel piano Ue soldi pubblici per rafforzarle

Mercoledì 29 Giugno 2016 di David Carretta
Banche italiane, nel piano Ue soldi pubblici per rafforzarle

 La Commissione europea ieri ha annunciato di aver avviato le trattative con il governo italiano per un intervento pubblico massiccio a favore delle banche che, nelle intenzioni di Roma, dovrebbe permettere di affrontare i problemi di capitalizzazione e dei crediti deteriorati senza far cadere la tagliola del bail-in. «Stiamo monitorando da vicino la situazione del settore bancario italiano», ha rivelato il vicepresidente della Commissione responsabile per l'Euro, Valdis Dombrovskis: «Siamo in stretto contatto con le autorità italiane sui possibili passi». Sul tavolo «ci sono diverse modalità», ha spiegato Dombrovskis in un'intervista a Bloomberg: «Le misure possibili sono ancora in discussione». La Commissione «farà tutto il possibile per evitare una fuga bancaria», ha detto il suo presidente Jean Claude Juncker: «Non è il caso dell'Italia, ma dobbiamo assicurare che il settore bancario sia protetto».
 
IL BAIL-IN
Le regole sul bail-in per i salvataggi delle banche in crisi l'imposizione di perdite a azionisti, obbligazionisti e depositi sopra i 100 mila euro prevedono alcune eccezioni quando è a rischio la stabilità finanziaria. Ma «i paletti sono stretti», spiega una fonte europea. All'interno dell'esecutivo comunitario, c'è il sospetto che l'Italia stia strumentalizzando la Brexit per forzare la mano alla Commissione ed aggirare le norme sul bail-in. Ma la pressione è forte. Dopo la Brexit «non possiamo permetterci di non risolvere» le vulnerabilità delle banche, ha avvertito il presidente della Bce, Mario Draghi, durante il Vertice dei capi di Stato e di governo. «E' ora di farlo». Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha minimizzato la trattativa con Bruxelles. Dopo la Brexit c'è «una discussione molto forte» su tutto, «anche di ciò che serve dal punto di vista economico e sociale». La volatilità sui mercati è «normale» perché l'uscita del Regno Unito è «un fatto inedito». Ma sulle banche italiane «non c'è una situazione in cui serva chissà quale trattativa», ha detto Renzi: «Siamo discutendo e se ci saranno emergenze le affronteremo, ma la cosa importante è che i cittadini siano consapevoli che non c'è nessun rischio per i loro risparmi». Anche il viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti, ha cercato di rassicurare sulle voci di un piano da 40 miliardi: «Stiamo monitorando la situazione. Qualsiasi intervento dovrà essere fatto eventualmente a livello europeo. Piani non ne esistono e non riteniamo che siano necessari».
Le nuove regole europee sul bail-in mettono il governo davanti a un dilemma. Per evitare un coinvolgimento di obbligazionisti e depositanti, le autorità dovrebbero dichiarare esplicitamente un rischio sistemico: contagio e instabilità finanziaria suscettibili di perturbare gravemente l'economia. Ammettendo che il sistema è al collasso, il pericolo è di alimentare il panico sui mercati. Le banche in Italia e in Portogallo allarmano la Commissione. Visti gli effetti della Brexit sui mercati, «siamo molto preoccupati», spiega un'altra fonte. Nelle scorse settimane, c'è stata una riunione tra responsabili dell'Eurogruppo e del Fondo Monetario Internazionale. I partner europei hanno chiesto all'istituzione di Washington «chiarimenti» sulla situazione italiana, spiega un funzionario. Nella trattativa sono coinvolte tre direzioni generali della Commissione. Oltre ai Servizi finanziari, la Concorrenza deve verificare la compatibilità di aiuti di Stato: «Non abbiamo commenti sulle indiscrezioni sulla stampa a proposito di misure specifiche possibili», ha spiegato un portavoce dell'Antitrust. Alla direzione generale Economia e Finanza sono stati affidati gli aspetti di bilancio: gli aiuti alle banche sono considerati «una tantum» ed esclusi dal calcolo del deficit strutturale, ma avrebbero un impatto enorme su un debito considerato troppo alto.
 

Ultimo aggiornamento: 15:57

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