Apple, tegola Ue da 13 miliardi. E la Casa Bianca alza le barricate

Mercoledì 31 Agosto 2016 di David Carretta
Apple, tegola Ue da 13 miliardi. E la Casa Bianca alza le barricate
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BRUXELLES È una cifra record quella che ieri la Commissione europea ha reclamato ad Apple per aiuti di Stato illegali: 13 miliardi più gli interessi per aver beneficiato di un trattamento legale di favore nel corso di 11 anni, grazie ad una decisione amministrativa dell'Irlanda che ha permesso al colosso americano di pagare anche lo 0,005% di tasse sui profitti realizzati in Europa e altrove. «Non è una multa: sono tasse non pagate che devono essere pagate», ha detto la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, presentando una decisione che ha sollevato dure reazioni a Dublino, Washington e Cupertino. Il governo irlandese ed Apple hanno annunciato l'intenzione di presentare ricorso contro l'Antitrust europeo.

La Casa Bianca si è detta «preoccupata per l'approccio unilaterale». Secondo il Tesoro Usa, «le azioni della Commissione minacciano di compromettere gli investimenti stranieri, il clima per le imprese in Europa e l'importante spirito di collaborazione economica tra Stati Uniti e Ue».

LE REAZIONI
L'amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ha scritto una lettera, sottolineando che la decisione «avrà effetti profondamente negativi sugli investimenti e sulla creazione di posti di lavoro in Europa». Con un paradosso: «Ci viene ordinato di versare retroattivamente tasse aggiuntive a un governo che afferma che non gli dobbiamo niente più di quanto abbiamo già pagato», ha detto il successore di Steve Jobs. La decisione della Commissione su Apple è l'ennesima di una lunga serie sui vantaggi fiscali concessi da alcuni Stati membri (Lussemburgo, Olanda e Belgio) a delle multinazionali attraverso i tax ruling (le decisioni amministrative che predeterminano l'ammontare di tasse che una società è chiamata a pagare, ndr). Ma finora l'ammontare degli aiuti illegali reclamati a società come Amazon, Starbucks e Fiat si era limitato a poche decine o centinaia di milioni. I 13 miliardi chiesti a Apple sono un record assoluto nelle decisioni su aiuti di Stato, ben oltre gli 1,4 miliardi che il colosso elettrico francese Edf ha dovuto restituire alla Francia lo scorso anno. E' «un chiaro segnale», ha spiegato Vestager: «Gli Stati membri non possono concedere benefici fiscali ingiusti a imprese selezionate, non importa se europee o straniere, se piccole o grandi», ha spiegato Vestager, sottolineando che nel 2014 Apple ha pagato appena 50 euro per ogni milione di euro di profitti.

L'indagine si è concentrata su due società di Apple registrate in Irlanda - Apple Sales International e Apple Operations Europe che avevano concluso due tax ruling con le autorità di Dublino per determinare gli utili imponibili. Gran parte dei profitti erano imputati a «sedi centrali» che esistevano solo sulla carta: non c'erano «dipendenti e uffici e l'attività era sporadica», ha insistito Vestager. Per contro, la filiale irlandese che svolgeva effettivamente le operazioni di vendita in tutta Europa, in Medio Oriente, Africa e India registrava pochissimi utili, tassati sulla base della bassissima aliquota irlandese (12,5%). Nel 2011 su 16 miliardi di profitti realizzati da Apple Sale International, meno di 50 milioni sono stati attribuiti alla sua sussidiaria irlandese, mentre «il resto non è stato tassato», ha detto Vestager.

LE PROCEDURE
Prima di finire nelle casse del governo irlandese, i 13 miliardi dovrebbero finire in un conto bloccato in attesa dell'esito dei ricorsi davanti alla Corte europea di giustizia in un processo che potrebbe durare oltre 5 anni. La cifra potrebbe essere ridotta se altri paesi dovessero imporre a Apple di versare maggiori imposte sugli utili registrati dalla multinazionale. Nella sua lettera, Cook ha accusato la Commissione di aver inflitto «un colpo devastante alla sovranità degli Stati membri sulle questioni fiscali e al principio della certezza del diritto in Europa».
Ultimo aggiornamento: 17:48

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