"Norma" al Teatro La Fenice,
il ritorno di Mariella Devia

Giovedì 25 Agosto 2016 di Mario Merigo
"Norma" al Teatro La Fenice, il ritorno di Mariella Devia
Dopo la pausa estiva, riprende la programmazione operistica del Teatro La Fenice con due produzioni, “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti e “Norma” di Vincenzo Bellini, che si alterneranno sul palcoscenico. Accanto al collaudatissimo “Elisir” con la regia di Bepi Morassi, ritroveremo dunque, da sabato alle ore 19 con repliche fino al 18 settembre, la “Norma” d’impronta africana voluta dall’artista americana Kara Walker.

Nota per le sue eleganti silhouette nere su fondo bianco che raccontano il dramma della schiavitù negli Stati Uniti, la Walker trasforma druidi e sacerdotesse dell’opera di Bellini in oggetti stilizzati e scolpiti d’arte africana, così come li conobbe l’Europa durante il colonialismo. La novità di questa ripresa, però, è il ritorno a Venezia di una stella del teatro musicale, il soprano Mariella Devia, che proprio nella città lagunare ha trionfato in passato in uno dei suoi grandi ruoli, Lucia di Lammermoor. 

Carriera prodigiosa e apparentemente interminabile, la Devia, classe 1948, ha debuttato ufficialmente nel 1973 dopo la vittoria al concorso “Toti Dal Monte” di Treviso. Da allora ha affrontato diversi titoli operistici, ma ha aggiunto il personaggio di Norma, ai tanti da lei interpretati, solo nel 2013. «Ho atteso che la voce maturasse - spiega – e che attorno a Norma non ci fossero più fantasmi». Il riferimento non è solo alla Callas, naturalmente, ma anche alla Gencer. La Devia, dalla sua parte, ha un’incredibile longevità vocale che le ha permesso di continuare a cantare professionalmente per oltre quarant’anni. «Il segreto è lo studio costante: vocalizzi, esercizi per il fiato. E poi bisogna saper scegliere il repertorio».

In effetti, la Devia è rimasta sostanzialmente fedele a Bellini e Donizetti, passando attraverso Rossini e Mozart e con oculate scelte verdiane, Gilda dal “Rigoletto”, ovviamente, e “Traviata” solo dalla metà degli anni novanta. Ciò le ha consentito di lasciar per strada molte celebrate colleghe, che hanno conosciuto un precoce logoramento vocale, e di continuare ad aggiungere nuove eroine alle tante cui ha dato il suo inconfondibile timbro, morbido e vellutato, con un controllo rigoroso del fiato. «Per la mia tecnica, devo molto anche a mio marito (il trombettista Sandro Verzari, prematuramente scomparso, ndr) che mi ha seguita nello studio col rigore tipico degli strumentisti». Il capolavoro di Bellini sarà diretto da Daniele Callegari. L’opera sarà proposta con sopratitoli in italiano e in inglese.
 
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