Rai, al via il valzer dei conduttori da Insinna ad Amadeus chi rischia e chi entra

Giù Corrado Augias e Selvaggia Luccarelli, tra i favoriti Luca Barbareschi, Pino Insegno e Hoara Borselli

Lunedì 15 Maggio 2023 di Andrea Bulleri
Fabio Fazio e Luciana Littizzetto

ROMA - Raibaltone, atto primo. Mentre a viale Mazzini ferveva il lavorio per preparare il cda di questa mattina (che darà il via libera alla nomina di Roberto Sergio alla tolda di comando della tv pubblica), la notizia che da giorni era nell'aria è esplosa ufficiale con il frastuono di un bengala: Fabio Fazio dice addio alla Rai.

Per traslocare, staff e collaboratori al seguito (Luciana Littizzetto compresa) sul Nove, il canale del gruppo Warner Bros Discovery. Il debutto, sulla rete che già ospita altri cavalli di razza della scuderia di Beppe Caschetto (come Maurizio Crozza), è previsto in autunno, con un format che verrà annunciato «nelle prossime settimane». E Fazio, fa sapere Discovery, avrà un contratto blindato «della durata di quattro anni». «Non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni», commenta in serata il diretto interessato: «Me ne sono accorto e quindi continuo a fare serenamente il mio lavoro altrove». Un finale per la verità già scritto: il contratto dello showman, approdato in Rai quasi 40 anni fa, sarebbe scaduto il 30 giugno. E nonostante le molte richieste di chiarimenti sul suo futuro recapitate dal conduttore al settimo piano di viale Mazzini, nessuno né l'ex ad Carlo Fuortes, men che mai i vertici graditi alla galassia meloniana in via di insediamento si sarebbe stracciato le vesti per trattenerlo.

LE REAZIONI
Così come non si duole del congedo Matteo Salvini. «Belli ciao», scrive sardonico il vicepremier sui suoi social, rilanciando la notizia dell'addio di «Fabio» e «Lucianina» con tanto di emoticon che fa il saluto. Del resto, l'antipatia tra i due è vecchia quasi quanto le polemiche sui super stipendi del conduttore, spesso additati da Salvini e da altri esponenti del centrodestra come un esempio manifesto della sprecopoli nella tv pubblica. E se Maurizio Gasparri di Forza Italia ironizza, proponendo di sostituire "Che tempo che fa" con un'immagine fissa di Fazio, a sinistra si grida all'«epurazione» (il copyright è dell'Anpi). Con il Pd che parla di una «sconfitta per l'azienda» e un «impoverimento del servizio pubblico», criticando i toni del vicepremier leghista. Lo stesso fa Carlo Calenda: «Se questo è un ministro della Repubblica», punge il leader di Azione.
«Ma quale epurazione», ribattono dalla nuova Rai a trazione patriottica. Da mesi, è la linea che filtra dai piani alti della tv di Stato, Fazio sapeva che un eventuale rinnovo del contratto sarebbe passato necessariamente da una revisione degli spazi e soprattutto del suo compenso. Pari, secondo i bene informati, a 2,24 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i (parecchi) milioni versati dalla Rai a L'Officina srl, la società (dello stesso Fazio) che produce il suo programma insieme a Magnolia. L'addio, insomma, sarebbe stato dettato più da questioni economiche che altro.

IL VOTO IN CDA
Quale che sia la ragione, sta di fatto che il passaggio al Nove di Fazio rappresenta il fischio d'inizio per il valzer di conduttori, direttori e super ospiti che rivoluzionerà la tv pubblica. Un gioco di incastri che potrà partire ufficialmente da domani, con l'ufficializzazione da parte del cda della nomina di Sergio in veste di nuovo amministratore delegato. Scontato il voto a favore dei consiglieri vicini al centrodestra Simona Agnes (in quota FI) e Igor De Blasio (Lega), così come il no di Francesca Bria (Pd). E se il rappresentante dei dipendenti Rai, Riccardo Laganà, dovrebbe astenersi (il che equivale a un voto contrario), lo stesso potrebbe fare Alessandro Di Majo, vicino ai Cinquestelle. Il Movimento infatti è determinato a incassare il via libera su un pacchetto di nomi graditi a Giuseppe Conte: dall'ex direttore del Tg1 Giuseppe Carboni (dato in arrivo alla guida di Rai Parlamento) alla giornalista Luisella Costamagna già corteggiata per una candidatura alle Regionali del Lazio che dovrebbe ricevere un programma tutto suo. Il sì a Sergio, insomma, sarà condizionato probabilmente all'assenso della presidente Marinella Soldi. Il cui voto, in caso di parità, vale doppio (e non dovrebbe mancare).


Per dare il via al ballo delle nomine, però, è probabile che si attenda il cda di giovedì. Questa mattina Sergio potrebbe limitarsi a riportare in vita la figura del direttore generale, incarico che andrà al meloniano Giampaolo Rossi. Poi, conclusa la partita dei direttori di genere e delle testate principali (su tutte il Tg1, che verrà affidato a Gian Marco Chiocci), la "raivoluzione" passerà al capitolo programmi. Dove una delle poche certezze è il ritorno di Pino Insegno, gran cerimoniere delle ultime kermesse di FdI. Forse all'Eredità, al posto di Flavio Insinna. E se a Rai3 dovrebbero salvarsi sia Report che la striscia serale di Marco Damilano, alla vecchia "Telekabul" potrebbe approdare Luca Barbareschi, per un programma ad hoc. Così come continuano le indiscrezioni sul possibile arrivo da Mediaset dei giornalisti Nicola Porro e Veronica Gentili. Mentre in veste di opinionista, in rampa di lancio svetta, oltre a Laura Tecce, anche Hoara Borselli, giornalista ed ex modella, già vincitrice di "Ballando con le Stelle".
 

Ultimo aggiornamento: 18:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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