Ghali “italiano vero”: le origini tunisine, il mito Jackson e le sue hit. Chi è il rapper al centro delle polemiche per lo «Stop al genocidio»

Nato a Milano, ha 30 anni: ecco la sua storia. Sarà ospite di Fazio a "Che tempo che fa"

Martedì 13 Febbraio 2024 di Marta Giusti
Ghali “italiano vero”: le origini tunisine, il mito Jackson e le sue hit. Chi è l'artista al centro delle polemiche per lo «Stop al genocidio»

Ghali Amdouni, per tutti semplicemente Ghali, è un rapper e produttore: nato a Milano 30 anni fa da genitori tunisini, è stato influenzato da Stromae e Michael Jackson. L'artista è cresciuto senza il padre, arrestato quando era ancora piccolo, nel tempo ha sviluppato una vena creativa e una sensibilità che l'hanno portato alla scrittura di testi impegnati e di alto profilo. Diventa popolare nel 2018 con il brano Cara Italia.

Ad oggi ha pubblicato 4 album e 26 singoli. Nel 2024 ha preso parte alla 74ª edizione del Festival di Sanremo con il brano Casa mia, giunto al quarto posto. Bellissimo il suo medley di "Italiano vero".

 

Stop al genocidio

Israele attacca Sanremo per le parole di Ghali, che in diretta dall'Ariston ha detto "Stop al genocidio". «È vergognoso che il palco del Festival - ha detto l'ambasciatore israeliano in Italia Alon Bardi - sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazionì, ricordando per i 40 israeliani ancora nelle mani di Hamas che "Sanremo avrebbe potuto esprimere solidarietà". Il cantante si difende: «Parlo di questi temi da quando sono bambino».

La difesa sulla pace

 

«Ho sempre parlato di questi temi da quando sono bambino - la replica di Ghali dopo le parole dell'ambasciatore di Israele -. Non dal 7 ottobre. Mi dispiace che abbia risposto in questo modo, c'erano tante cose da dire. Ma per cosa altro avrei dovuto usare questo palco? Io sono un musicista prima di salire su questo palco: ho sempre parlato di questo fin da quando sono bambino». E ancora: «Continua questa politica del terrore, la gente ha sempre più paura di dire "stop alla guerra" e "stop al genocidio". Le persone sentono che perdono qualcosa se dicono "viva la pace", non deve succedere questo».

 

Ospite da Fazio

 

Il programma condotto da Fabio Fazio "Che Tempo che fa", in onda sul Nove, ospiterà domenica prossima Ghali, al centro delle polemiche dopo che, sul palco dell'Ariston, ha pronunciato la frase "Stop al genocidio". Frase che ha suscitato l'immediata reazione dell'ambasciatore israeliano. Successivamente il rapper è tornato sul tema durante Domenica In dove Venier ha letto una nota in cui l'ad Rai Sergio ha espresso solidarietà ad Israele. «Questa domenica a #CTCF sul Nove ospiteremo Ghali», si legge infatti sull'account X della trasmissione. Si parla di domenica 18 febbraio.

 

Muccino e la bandiera

 

Dopo la polemica sulle parole di Ghali al festival di Sanremo, Gabriele Muccino posta una bandiera d'Israele su Instagram con sotto l'audio dell'inno di Mameli. Il regista che nei mesi scorsi è stato spesso attaccato per le sue posizioni sul conflitto di Gaza a favore dei palestinesi, interviene nel giorno in cui si parla della lettura fatta da Mara Venier a Domenica in del comunicato del direttore generale della Rai Roberto Sergio dopo le critiche dell'ambasciatore israeliano. Molti i commenti contro la Rai sotto il post di Muccino, molti a suo sostegno: dalla scrittrice Silvia Ballestra ad Alessandro Di Battista che gli scrive «bravissimo».

 

Domenica in e le polemiche

 

"Domenica in" dopo la finale di Sanremo, è finita nel mirino. Dure critiche dei social a Mara Venier. L'amata conduttrice cerca di dare spazio alla musica dal palco dell'Ariston, ma si sente messa in difficoltà dalle domande dei giornalisti presenti che non possono certo ignorare l'attualità. È un giornalista che chiede a Ghali di rispondere alle critiche dell'ambasciatore israeliano, quando l'artista dice: «Ho sempre parlato di questi temi da quando sono bambino. Non dal 7 ottobre. Mi dispiace che abbia risposto in questo modo, c'erano tante cose da dire. Ma per cosa altro avrei dovuto usare questo palco? Io sono un musicista prima di salire su questo palco: ho sempre parlato di questo fin da quando sono bambino». Qui Mara Venier sottolinea: «siamo tutti per la pace su questo non ci sono dubbi». Poi arriva il turno di Dargen D'Amico chiamato a parlare di immigrazione, tema della sua canzone: «I soldi dei versamenti del lavoro dei cittadini stranieri nella case della previdenza italiana è più alto di quelli spesi per l'accoglienza», dice ma viene interrotto da Mara. «Qui è una festa, ci vorrebbe troppo tempo per affrontare determinate tematiche».

 

Italiano vero

 

L'artista ha affidato ai social la spiegazione della sua scelta del brano Italiano vero portato a Sanremo nella serata cover: «Amo e credo in questo Paese che ripudia la guerra per Costituzione. Sono nato in Italia, mi sposerò in Italia, i miei figli saranno Italiani, morirò in questo Paese. Sono anch'io un Italiano vero»Il medley conteneva parti di tre canzoni: Bayna, Cara Italia, L'Italiano e per ognuna il musicista ha spiegato il senso di inserirla. «Bayna mi ha permesso di mantenere la promessa di cantare in arabo sul palco di Sanremo. Grazie a Bayna e a Mediterranea abbiamo salvato delle vite nel nostro mare - ha spiegato -. Cara Italia ha portato un arabo in tutte le case degli italiani. L'Italiano di Toto Cutugno è l'unica canzone italiana che mia madre cantava quando ero bambino ed è l'ultimo ricordo che ho dei miei genitori insieme. Penso sempre di rappresentare quei ragazzi di quartiere con genitori che hanno faticato tanto per crescerli».

Ultimo aggiornamento: 17:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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