Morgan, atto secondo.
«Qualche giorno fa - scrive Morgan - ho messo a fuoco quello che stava capitando, anche se non avevo del tutto chiaro come ora che finalità aveva tutto questo, ho scritto in forma privata questa desolante forma di richiesta di aiuto ad alcuni veri amici e ora ho deciso di pubblicarla».
LA LETTERA
«Esperienza Mediaset: molto difficile, molto rischiosa, un po' scioccante, ci sto provando, vi dico una cosa: mi tappano la bocca, ancora prima che inizi a parlare, non mi fanno esibire, non mi danno libertà di costruire percorsi musicali pensati ad hoc per i concorrenti, non ho libertà di scelte, interferiscono continuamente con il mio lavoro senza alcuna cognizione o competenza, in sostanza non mi lasciano parlare di musica né divulgarla attraverso il video però non esitano minimamente a ingigantire le insicurezze dei giovani concorrenti che, impauriti fomentati completamente travolti da un clima di panico, di segregazione cupa priva di stimoli o supporti didattici e loro reagiscono naturalmente in maniera scomposta (e li comprendo) diffidando di me, non studiando, nemmeno accettando le "proposte" che da me provengono sui brani assegnati (frutto di ricerca e lavoro artigianale del sottoscritto e suoi collaboratori per realizzare sonorità originali), e notate che il regolamento dice che le assegnazioni sono incontestabili, e invece io sono sempre stato disposto a sviluppare uno spirito critico e di autosufficienza nella loro personalità, ma qui siamo al paradosso. De André, Piazzola, Pink Floyd, Battiato, Beatles, Endrigo, Ciampi, Mogol, Lou Reed, Modugno, Jonny Cash, Trent Reznor, Brian Eno, Ultravox, per dire alcuni degli autori respinti a gran voce, tutto schifo, tutto merda, tutto inutile, tutto vecchio, spazzatura».
«Ma qui non si può parlare manco di rispetto, perché è ovvio che oltre a non rispettare me come persona e come professionista non si rispetta proprio la musica, cioè non frega proprio niente di niente. Ovvio che non si coglie il lavoro sulla musica, credo proprio che non lo si considera utile da queste parti, forse addirittura cosa da evitare assolutamente, non sia mai! Sarà perché non ho tanto di interagire realmente con i concorrenti (tranne qualche rigorosamente e imbarazzantemente registrato momento di “lezione” in cui però si parla quasi sempre non di musica ma della “gara”) così da poterli conoscere veramente e così da poter insegnare o trasferire qualcosa loro con la passione e l'impegno che metto a disposizione. Mi intortano con la scusa che il pubblico è ignorante, e quindi tale deve rimanere. Nossignori, nossignori. Secondo me LA GENTE NON È SCEMA, IL PUBBLICO NON È SCEMO E MERITA IL RISPETTO DI CHI GLI ENTRA IN CASA. Trattiamolo come noi vorremmo essere trattati, e soprattutto parliamogli come si fa con degli interlocutori che riteniamo degni, non pensando che tanto loro non capiscono. Io suono e parlo di musica. Questo so fare, questo sarei stato chiamato a fare, ma non riesco. Sono gettato nel discredito, sono snaturato, completamente depotenziato, delegittimato, sfruttato male, svuotato, deriso, insultato, e assisto ad una incredibile presa per i fondelli mia, dei giovani e indifesi talenti, e del pubblico. A che pro? A chi giova? Morgan, con grande amarezza.