Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

Trivellazioni, tutti a votare il 17 aprile per il referendum

Sabato 2 Aprile 2016
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Quando dalla stanza dei bottoni consigliano l'astensionismo, non so perché ma mi viene una gran voglia di andare a votare. E' così anche per il referendum contro le trivellazioni, in programma domenica 17 aprile. Una consultazione popolare di cui si è parlato finora troppo poco, così come accade, ahimè, troppo spesso quando in ballo ci sono temi importanti, che toccano interessi di qualche potentato e rischiano di infastidire il business protetto da chi ci governa. Insomma, dietro il consiglio di non andare a votare c'è sempre una fregatura: tra due settimane, dunque, tutti depositare la scheda nell'urna.

Cosa prevede il referendum
Promosso da nove consigli regionali, appoggiati da numerosi movimenti e associazioni ambientaliste (tra cui il coordinamento No Triv) chiede ai cittadini se vogliono che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio da estrarre. Il quesito riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa, e non le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa.
Il quesito testuale: 
Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Inizialmente i quesiti referendari proposti erano sei ma, a seguito di alcune modifiche legislative introdotte nel dicembre del 2015, la Cassazione ne ha dichiarato ammissibile solo uno, perché gli altri sette sono stati recepiti dalla legge di stabilità. 

Quali effetti può avere il sì al referendum? 
Se vincerà il sì, sarà abrogato l’articolo 6 comma 17 del Codice dell’ambiente, nella parte in cui prevede che le trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente. E conseguentemente tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana, saranno bloccate alla scadenza dei contratti in essere: tra 5-10 anni le più vecchie, tra 20 anni le più recenti). Il referendum riguarda soltanto 21 concessioni che si trovano entro questo limite: una in Veneto, due in Emilia-Romagna, uno nelle Marche, tre in Puglia, cinque in Calabria, due in Basilicata e sette in Sicilia. 

Non sono interessate dal referendum le 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare italiano per estrarre petrolio o metano. 

Nessun dato è stato finora fornito per spiegare ai cittadini quale percentuale di gas e petrolio viene prodotta entro le 12 miglia marine, né quanto sono abbondanti le riserve che si trovano in quest’area. Dunque per capire quali "danni" il Paese potrebbe subire sul fronte energetico dalla chiusra "anticipata" di quelle trivellazioni.

Il quorum necessario
Il risultato del referendum avrà valore, come previsto dall’articolo 75 della Costituzione, soltanto se si recherà a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto. 

Pro e contro
Il Comitato per il "sì" sostiene che le trivellazioni vanno fermate per evitare rischi ambientali e sanitari, e denunciano che è possibile un disastro ambientale in caso di gravi malfunzionamenti di uno degli impianti. Le trivellazioni costituirebbero un possibile problema per il turismo. Gli ambientalisti spingono per uno sviluppo delle energie rinnovabili in sostituzione di gas e petrolio.

Il comitato per il "no" sostiene che continuare l’estrazione di gas e petrolio offshore è un modo sicuro di limitare l’inquinamento: l’Italia estrae sul suo territorio circa il 10 per cento del gas e del petrolio che utilizza, e questa produzione ha evitato il transito per i porti italiani di centinaia di petroliere negli ultimi anni. na vittoria del sì avrebbe poi delle conseguenze sull’occupazione, visto che migliaia di persone lavorano nel settore. Ultimo aggiornamento: 16:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA