Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Alberto Barbera resta ancora in Mostra
una scelta ovvia e condivisibile

Sabato 11 Maggio 2024

Alla fine, dopo tanto pronosticare sul futuro direttore della Mostra, essendo il mandato di Alberto Barbera in scadenza quest’anno, la Biennale ha preso la decisione più ovvia. E giunti a questo punto anche la più giusta. Alberto Barbera resta ancora direttore per due anni (2025-2026), una soluzione a metà di un mandato intero, calcolando probabilmente anche la sua età (a settembre 2026 sarà a 76 e mezzo), e valutando un cambiamento totale che oggi sarebbe in ogni caso problematico.

Alberto Barbera ha due punti di grande forza, oltre a essere ormai il decano dei direttori, avendo 3 anni all’attivo (1998-2001) nel suo primo mandato, e ben 13 dal 2012 a oggi, compreso quello che ci aspetta tra qualche mese. Il primo è quello che gli viene riconosciuto nel comunicato stampa della stessa Biennale, che recita così: «in considerazione dei risultati ottenuti nella riconosciuta qualità delle selezioni, nella scoperta e nel lancio internazionale di nuovi talenti, nella diffusione e nella crescita della cultura cinematografica e nell’ampliamento del pubblico, risultati da perseguire anche nel prossimo biennio». E quindi per avere riportato Venezia agli allori internazionali, ritornando a essere un punto di riferimento preciso, in autorevole concorrenza con Cannes, specialmente nel ritorno delle star, un polo insomma di attrazione tra spettacolo e arte cinematografica.

Non che l’arrivo di un nuovo direttore fosse inatteso. E infatti a lungo se ne è parlato. La lunga durata al comando, almeno in Italia, spesso favorisce il ricambio. E 13 anni, calcolando anche solo il secondo mandato, non sono pochi. E in generale un po’ di aria nuova, dopo tanto tempo, non fa mai male. E poi il recente passaggio di presidenza da Roberto Cicutto a Pietrangelo Buttafuoco ispirava la possibilità di un ulteriore avvicendamento al vertice anche della programmazione. Tuttavia le parole di Buttafuoco, nell’annunciare la continuazione dell’incarico, sono molto chiare: «Ho provato immediata sintonia con Barbera e ho grande rispetto per la competenza, la professionalità e la passione da lui dimostrate, tali da riuscire ad accrescere il prestigio del più antico festival al mondo. Sono vivamente lieto che la Biennale possa proseguire con lui questo percorso».

E qui scatta il secondo punto di forza di Barbera. Nel corso dell’ultimo periodo si sono succeduti, nelle chiacchiere di corridoio, nomi e ancora nomi di possibili candidati, più o meno autorevoli (i maligni direbbero: più spesso meno), o portatori più di incertezza, specie nel mantenere un’immagine così forte di Venezia nel mondo. E in mancanza di avversari altrettanto quotati, la decisione della Biennale di non rischiare pare molto equilibrata e condivisibile.

Barbera, in questi giorni già impegnato a preparare l’edizione numero 81, dunque resta e se ne può comprendere la soddisfazione. Sposta il traguardo di due anni e non è detto che siano gli ultimi. Venezia rimane solida, magari qualche dettaglio migliorabile sarà aggiustato, ma l’ossatura della Mostra fortunatamente resta intatta. Buon lavoro: saranno tre anni importanti, per il mondo dei festival, dei cinema, che sta cambiando, e non è detto in meglio, rapidamente. Meglio avere capitani di razza.

 

Ultimo aggiornamento: 13:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA