C’è un albero che proprio di Natale non parla ma che per Natale può offrire spunti-cadeax con i curiosi “frutti” che pendono dai suoi rami: si trova nello spazio più vicino agli odori e sapori d’Oriente, quella antica “farmacia” all’Ercole d’Oro, in Strada Nova, dove trovano posto anche i diversi prodotti siglati dal mercante di Venezia (The Merchant of Venice) . E’ l’albero delle spezie proposte come bijoux da un’artista delle installazioni tra le più quotate : Irma Paulon.
In questo dicembre per una concomitanza di occasioni le spezie hanno riacquistato a Venezia lo spazio di interesse che ebbero in origine, quando venivano comunemente chiamate droghe (non a caso esistevano tante drogherie) e le ricchezze della Serenissima contavano soprattutto sui trasporti e la vendita di questi prodotti forniti dal lontano Oriente.
Pepe, cannella, cardamomo, chiodi di garofano e avanti con tutte le specie possibili usate sia come medicamenti e che per la cucina prelibata, oggi nelle Sale Monumentali della Biblioteca Marciana in Piazzetta San Marco, a Venezia, sono protagonisti di una Mostra , “Non solo spezie. Commercio e Alimentazione tra Venezia e Inghilterra nei secoli XIV° e XVIII°”, allestita dalla Biblioteca Marciana e dall’Archivio Storico di Venezia, con la collaborazione dell’Accademia Italiana della Cucina – Delegazione di Venezia.
Dalle galere della Serenissima Repubblica alla Marciana, all’albero di Irma Paulon all’Ercole d’Oro, le spezie sono protagoniste di questa vigilia natalizia, con colliers pendenti dai rami, bracciali, orecchini, anelli, che raccontano il nuovo viaggio fantasioso dell’artista nota per le sue grandi installazioni mobili , imprevedibili, come quelle che hanno reso anche più fascinosi e misteriosi i giardini di Asolo. Imprigionate con la loro fragranza viva in monili di materiale trasparente, queste “installazioni da indossare” rappresentano un modo vitale e vero di appropriarsi di una realtà viva. Non è la prima volta che Irma Paulon propone opere d’arte da indossare realizzate come viaggio dentro la vita viva: chi non ricorda i suoi bijoux dèco, o quei pendenti da collo che racchiudono rami di verbena, micro-boccioli di rosa imprigionati per l’eternità ancora impregnati del loro profumo? Per l’albero delle spezie l’artista propone bracciali di cannella, orecchini ai chiodi di garofano, anelli al pepe bianco, pepe nero, pepe rosa, anice stellata, semi di papavero , cardamomo in bacche socchiuse, suggeriti dalla lettura di un libro appena pubblicato da Giordana Pagliarani (“Mille e una spezia”, ed. L’Era dell’Acquario) nel quale si raccontano storie di spezie attraverso mille e più anni, quando si chiamavano “droghe” prima che nella seconda metà del Novecento la richiesta di un aiutino nelle prestazioni amorose promessa dal pepe, la ricerca di oblio promessa dal papavero, si rivolgesse verso prodotti più malandrini che oggi si configurano di fatto come “droghe”. Alle spezie , droghe d’antan, si chiedeva il piacere del gusto, dell’aroma e anche di qualche “evasione”. Pare ad esempio che la noce moscata (che fa così buoni i nostri risotti) , in dosi consistenti offrisse gli stessi effetti allucinogeni dell’LSD.
Per la zuppa si raccomanda … solo una punta di cucchiaino!
Ultimo aggiornamento: 20:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi