Qualche anno fa, nel 1912, con la pubblicazione di un “manifesto della sostenibilità per la moda”, la Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) dava il via a un percorso che riasssumeva in 10 punti l’opportunità di incentivare una moda “responsabile e sostenibile”. Un progetto che trovava seguito nel 2016 con la pubblicazione di “Linee guida sui requisiti eco-tossicologici per gli articoli di abbigliamento, pelletteria, calzature e accessori” realizzato dalla CNMI in collaborazione con Sistema Moda Italia, Altagamma, Federchimica, Associazione Tessile e Salute, e Unic.
Obbiettivo di questo percorso il perseguimento di una cultura eco-sostenibile, che influenzi la fantasia e la sensibilità dei designer verso una moda amica anche della salute, dell’ambiente, del clima.
Su questa strategia i responsabili della CNMI , da Bottega Veneta a Ermenegildo Zegna, Fendi, Versace, Armani, Gucci, Loro Piana, Moncler, OTB , Prada, Ferragamo , Tod’s , Valentino, hanno ideato “Green Carpet Talent Competition“, per designers emergenti che dovranno saper fondere etica ed estetica per partecipare con le proprie collezioni alla Fashion Week milanese del 2018. Le iscrizioni, aperte il 31 marzo, si chiuderanno il prossimo 7 maggio.
L’iniziativa della Camera Nazionale della Moda Italiana - in collaborazione con Eco-Age, il supporto del MISE ( Ministero per lo Sviluppo Economico ) e di ICE Agenzia, con il patrocinio del Comune di Milano, a settembre presenterà nel Teatro alla Scala di Milano i lavori selezionati .
Obbiettivo della Green Carpet Talent è produrre creatività con rispetto per ambiente, climi, cultura e società.
Nel rispetto che latita nei confronti della cultura italiana, sarebbe stato preferibile che il nome del concorso fosse in lingua italiana (con sottotitolo in inglese) : ma l’esterofilia , in particolare l’anglofilia, che seduce gli Italiani - soprattutto il mondo della moda ( ma pateticamente figurano in inglese persino i titoli di alcuni nostri Dicasteri !) - è diventata un vezzo snob che compensa tante lacune nella grafia italiana! Una debolezza “culturale” , una carenza di autostima che non si può certamente imputare alla moda francese che nelle comunicazioni della Chambre usano rigorosamente il loro Francese con immancable traduzione in inglese.
Ultimo aggiornamento: 03:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi