Motociclista ucciso dalla catena, tre indagati: sono i proprietari del terreno

Mercoledì 20 Marzo 2024 di Tito Di Persio
Motociclista ucciso dalla catena, tre indagati: sono i proprietari del terreno

Tre indagati per la morte del motociclista contro la catena stesa tra gli alberi.

Sono i proprietari del terreno, ricevuto in eredità in un recente passato. La notizia si è diffusa ieri sera dopo l’autopsia. Damiano Bufo è deceduto a causa di un trauma vertebrale, che ha provocato un’emorragia interna e come conseguenza l’arresto cardiocircolatorio e respiratorio. È quanto stabilito dall’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, con la presenza del consulente della famiglia del 25enne deceduto, Ildo Polidoro, e del proprietario del terreno dove era posizionata la catena in acciaio, tesa tra due alberi, Michele Farinacci. E comunque si continua a indagare. Ieri e per tutta la mattinata, i carabinieri incaricati dalla procura di Teramo sono tornati nuovamente per effettuare un altro sopralluogo nella zona della tragedia. Stando alle poche informazioni che emergono, i militari stanno cercando di capire quanti sono i proprietari terrieri interessati in quell’area. Questa strada, che si collega a una provinciale ed è stata imbrecciata da pochi mesi, è il passaggio d’ingresso non di un solo lotto di terra, ma di più lotti. 

Non è finita qui. Gli uomini dell’Arma stanno anche cercando di capire il motivo per cui quella catena in acciaio è stata posizionata non all’ingresso della strada o alla fine e «senza alcun cartello che avvertisse del pericolo», come ha riferito Lorenzo, uno degli amici di Bufo, presente quel maledetto pomeriggio ed anche lui in moto da cross dietro la vittima, ma a circa 40-50 metri, quindi quasi a metà della stradina. I militari, sempre nella giornata di ieri, hanno riascoltato anche gli amici del 25enne deceduto, così come alcuni proprietari terrieri. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta, che appare davvero delicata e complessa, per omicidio colposo. La titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Monia di Marco, che nella tarda serata di ieri ha firmato l’autorizzazzione per la restituzione della salma alla famiglia per la sepoltura. Al momento quel che resta però sono solo le strazianti parole di Lorenzo: «Non è giusto morire perché qualcuno piazza una catena, poi in acciaio, in mezzo ad una strada e senza nessun cartello per indicare il pericolo. Se la catena fosse stata in plastica, quelle che si usano adesso con le maglie bianche e rosse, oggi Damiano sarebbe tra noi, e invece no».

L’incidente è successo nella frazione di San Nicola a Bisenti. Bufo, insieme ad un gruppetto di amici, 6 o 7, che fanno motocross da anni, e quindi sono ben attrezzati sia in termini di protezione individuale che di carrello per trasportare le moto su strada, stavano divertendosi dalle prime ore dell’alba. Questa volta, come ha raccontato Lorenzo, avevano cambiato itinerario e si erano spinti fino al fiume per poi pranzare al sacco e risalire. La giornata era quasi giunta al termine e stavano per rientrare a Castiglione Messer Raimondo, sempre costeggiando l’argine del fiume, per poi fare un pezzo di provinciale ed entrare da questa stradina imbrecciata che li avrebbe riportati sopra: purtroppo una catena d’acciaio in mezzo la strada ha causato la tragedia. Ad intervenire subito sono stati i presenti. Uno di loro ha allertato i soccorsi. Sul posto è arrivata un’ambulanza medicalizzata di Bisenti. I sanitari, vista la gravità della situazione, hanno allertato l’elisoccorso che si è alzato in volo da Pescara, ma purtroppo ogni sforzo è stato inutile: il giovane è deceduto per le gravi ferite e traumi riportati nonostante indossasse regolarmente il casco.

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