Violenza sulle donne, già 600 casi:
moltissime convivono con l'aguzzino

Mercoledì 4 Marzo 2015 di Roberto Cervellin
Da sinistra l'assessore Isabella Sala, il consigliere delegato Everardo Dal Maso e una rappresentante dell'associazione Donna chiama donna
VICENZA - L'8 marzo si avvicina, ma a Vicenza c'è poco da festeggiare.

Sul territorio, i maltrattamenti nei confronti delle donne sono sempre più numerosi. E la maggioranza delle vittime, per ragioni economiche, è costretta a vivere con il proprio aguzzino.



E' uno dei dati allarmanti che esce dal bilancio dell'attività del Centro antiviolenza gestito dal Comune in convenzione con l'associazione "Donna chiama donna".



Un dato su tutti. Dall'aprile 2012 ad oggi, cioè da quando il servizio è stato inaugurato, sono state quasi seicento le persone che si sono rivolte allo sportello, e oltre la metà è stata presa in carico dagli assistenti sociali.



La maggior parte si tratta di donne con figli minori, in molti casi senza un reddito. In loro soccorso è andato anche un team di 35 avvocati esperti di diritto di famiglia, che offrono consulenze gratuite. Resta aperta la questione dei fondi, ridotti all'osso. "Sono a rischio le campagne di prevenzione e informazione nelle scuole", ammettono Isabella Sala e Everardo Dal Maso, rispettivamente assessore alla famiglia e alla pace e consigliere delegato alle pari opportunità.

Per il 2015 lo stanziamento in bilancio è di 40 mila euro, ma serviranno almeno altri ventimila euro, da recuperare attraverso contributi privati e iniziative di beneficenza.
Ultimo aggiornamento: 14:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA