I dipendenti della banca: «Noi vittime,
non possiamo pagare errori altrui»

Mercoledì 23 Settembre 2015
La sede della BpVi di via Battaglione Framarin è stata perquisita dalla guardia di finanza
VICENZA - "I dipendenti? Sono vittime". A meno di ventiquattr'ore dal blitz della guardia di finanza negli uffici della Banca Popolare di Vicenza di via Battaglione Framarin e nelle sedi di Milano, Roma e Palermo - il presidente Gianni Zonin e l'ex dg Samuele Sorato sono tra gli indagati per aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza - i sindacati alzano la voce e sollecitano un piano industriale per dare una prospettiva all'istituto di credito. Per la Uilca, la direzione deve fare ogni sforzo per la salvaguardia dei posti. Le voci su quasi duecento esuberi preoccupano, evidentemente.



La banca tuttavia ha già annunciato la chiusura di 150 filiali su 700 in tutta Italia. Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil e Unisin (Falcri) parlano di tagli di 30 milioni sui costi del personale e chiedono che vangano ufficializzati gli importi stanziati per le remunerazioni e le buonuscite di tutto il top management.



"La garanzia ricevuta in merito all'aumento di capitale è una rassicurazione sulla solidità patrimoniale del nostro istituto - precisano -. Rimaniamo in attesa di valutare le ricadute dal punto di vista occupazionale. Confidiamo che la magistratura faccia piena luce su quanto accaduto e accerti in tempi rapidi eventuali responsabilità".



Preoccupata la segretaria provinciale della Cgil Marina Bergamin: "Il consigliere delegato Francesco Iorio dica qual è il suo progetto. Non possono essere i dipendenti e gli ignari soci a pagare per ciò che non hanno fatto. Abbiamo bisogno di etica, trasparenza e assunzione di responsabilità. Da parte di tutti, ma in particolare di chi ha i maggiori incarichi in banca".
Ultimo aggiornamento: 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA