Magrin, il preparatore dei portieri
che ha allevato Pegolo e Marchetti

Giovedì 28 Maggio 2015 di Michele Zarpellon
Adriano Magrin con la maglia di Gianluca Pegolo

MUSSOLENTE - Gianluca Pegolo e Federico Marchetti sono due portieri di calcio nostrani che militano in serie A, il primo nel Sassuolo e il secondo nella Lazio. Cos’hanno avuto in comune nella loro carriera? Semplice, il preparatore, ossia il misquilese Adriano Magrin, che di fatto con la sua professionalità e le sue attenzioni ai dettagli li ha aiutati a scalare il calcio che conta. Alla bella età di sessant’anni Magrin può finalmente togliersi qualche sassolino dalle scarpe, evidenziando che i due campioni hanno ricevuto più di qualche dritta da lui in passato, in particolar modo Pegolo.

“L’ho allenato quando aveva circa tredici anni qui a Romano – racconta Magrin – e ricordo di avergli dato tanti consigli, facendogli capire che aveva le possibilità di fare strada con le sue doti atletiche e la sua passione per la maglia numero uno”.

Magrin ha maturato buona parte della sua esperienza di preparatore dei portieri a Rossano, dove è rimasto per una ventina d’anni, poi per un altro lungo periodo a Romano d'Ezzelino e ora, da un paio d’anni, è a Rosà, squadra che peraltro ha appena conquistato la Promozione.

Ma a chi assomiglia Pegolo come portiere?

“Non fatemi queste domande – precisa Magrin – perché non è possibile fare dei paragoni. Ho giocato anch’io per tantissimo tempo e, senza false modestie, penso di essere stato anche abbastanza bravo. Non capivo però chi mi chiedeva a chi assomigliassi. Lo stesso vale per Pegolo, ognuno di noi è unico”.

Allora quali sono le sue caratteristiche vincenti?

“Ha una passione sfrenata per il calcio e per il ruolo di portiere. Ha un’esplosività unica che pochi altri hanno, e poi ha una lettura del gioco che gli permette di capire in anticipo in quale posizione si deve mettere per non prendere gol. Queste caratteristiche fanno di lui un grande portiere”.

Per buona parte è anche merito suo…

“Non voglio attribuirmi meriti che non ho, però ricordo bene di essere stato determinante in alcuni momenti della loro crescita. Ma soprattutto mi ha fatto un enorme piacere che si sia ricordato di me dopo che sono passati vent’anni e che abbia chiesto di vedermi, significa che insieme abbiamo lavorato bene”.

Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA