Miki e la "bestia nera" Dakar:
«Ho ancora chance per vincerla»

Venerdì 30 Gennaio 2015 di Michele Zarpellon
Miki Biasion e il super camion utilizzato nella Dakar
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BASSANO - Il due volte campione del mondo Miki Biasion ha un unico cruccio, vincere la Dakar. Il pluricampione bassanese, 57 anni, famoso per le sue imprese sulle quattro ruote sugli sterrati di mezzo mondo, non fa mistero di questa sua chimera e lancia la sfida per il prossimo anno: “Ho tutti i numeri per farcela, basta solo che qualcuno investa su me. Non è una questione di età, la Dakar si vince con i mezzi che vanno forte ma soprattutto con l’esperienza, e quella non mi manca”.

Miki, come si è concluso questo 2014?

“A livello agonistico ho partecipato a un paio di gare di Coppa del Mondo e mi sono tolto delle belle soddisfazioni. A Pordenone ho gareggiato con un Pick Up della Mitsubishi ed è stato importante per me togliere un po’ di ruggine. Ogni tanto ho bisogno di dare una bella rispolverata a quello che amo fare più di tutto. E poi mi sono presentato al via in Marocco per sviluppare il motore della VM che viene montato su Jeep e Maserati. Anche qui l’esito è stato molto positivo, anche se abbiamo saltato una tappa”.

Quindi l’apparizione a Misano …

“Dove ho vinto a bordo della mitica Lancia 037 nelle storiche. Mi sono divertito tantissimo”.

Programmi per il 2015?

“Da un po’ di tempo organizzo dei viaggi di presentazione per il gruppo Fiat e dovrei continuare a farlo. Ora mi sto concentrando sulla preparazione di un paio di spedizioni, una negli Emirati Arabi in Oman a fine primavera e una in Islanda a fine autunno. Faremo correre alcuni appassionati sulla sabbia e sul ghiaccio”.

Qualcosa un po’ più alla portata di tutti?

“Ci sono sempre il Marocco e la Tunisia dove metto a disposizione delle vetture e con un minimo investimento economico si possono trascorrere dei giorni veramente piacevoli per chi ama la guida”.

Quindi la faccenda della Dakar …

“Da un paio d’anni non vi prendo parte. Purtroppo le case costruttrici non hanno molti soldi da investire e mi auguro che il prossimo anno sia quello giusto. In fondo si tratta di una gara che ho quasi vinto nel 2003 e che mi piacerebbe mettere in bacheca. Sarebbe la ciliegina sulla torta. Spero che il lavoro che sto portando avanti con la VM dia i frutti sperati, anche perché, come già detto, penso di avere tutte le caratteristiche per portare a casa un risultato importante”.

Nel panorama giovanile vedi eredi di Miki Biasion?

“In questo momento no. Ci sono dei giovani promettenti ma per diventare campione del mondo e poi ripetersi occorre una serie di coincidenze che non capitano spesso. Il pilota deve avere doti importanti, bisogna avere tanto spirito di sacrificio e serve qualcuno che crede in te. E tutto questo non è facile metterlo insieme”.

Nella tua carriera hai avuto tante persone che ti hanno girato intorno e che ti hanno aiutato a crescere e a diventare un campione. Scegli una solo di loro per un grazie.

“Non ho dubbi, la persona più cara è un bassanese, Alessandro Bordignon, presidente della Hawk Racing Club. Ha sempre creduto in me, facendo salti mortali anche quando non me ne rendevo conto. Non mi stancherò mai di ringraziarlo”.

Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA