Schio blindata da centinaia
di poliziotti per il 70. dell’Eccidio

Sabato 4 Luglio 2015 di Vittorino Bernardi
Commemorazione 2014 vittime Eccidio

SCHIO – Per l’intera mattina di domani 5 luglio il centro sarà chiuso e la città blindata da centinaia di uomini della forze dell’ordine che vigileranno per mantenere l’ordine pubblico sulla manifestazione e la contromanifestazione in ricordo dell’Eccidio della notte tra il 6 e 7 luglio 1945 costato la vita a 54 persone (14 donne e 7 minorenni), trucidate da un gruppo formato da ex partigiani della Divisione garibaldina "Ateo Garemi" e agenti della polizia ausiliaria partigiana nelle allora carceri mandamentali, ora biblioteca civica Renato Bortoli.

Domenica il centro sarà teatro del quattordicesimo raduno nazionale dell’associazione storica Continuità Ideale che raggruppa reduci, loro parenti e simpatizzanti della Repubblica sociale di Salò. Sarà una contrapposizione tra “neri” e “rossi” dal sapore anni ‘50 e ‘60 con le forze dell’ordine attente a evitare possibili contatti tra le contrapposte parti. I simpatizzanti della Rsi si ritroveranno per le 10 al ristorante Ponte di Liviera, da dove alle 11 circa una delegazione guidata da don Giulio Tam partirà (scortata dalla polizia) per raggiungere via Baratto e depositare una corona di fiori sul portone della biblioteca, luogo del tragico fatto di sangue, per sostare una decina di minuti e tornare al Ponte di Liviera per la celebrazione di una messa, il successivo pranzo e l’arrivederci al 2016.

In contemporanea dalle 9 militanti di Rifondazione comunista e della sinistra radicale con il variegato mondo no-global si ritroveranno in piazza Rossi per un presidio “antifascista” e per deporre attorno a mezzogiorno un mazzo di fiori sotto la lapide nel parcheggio della biblioteca che ricorda i fratelli Bogotto, trucidati dai fascisti in tempo di guerra.

«Spiace che a Schio ci sia questa ostilità sulla nostra commemorazione – commenta Luigi Tosin, presidente provinciale di Continuità Ideale -, non vogliamo creare tensioni, ma soltanto ricordare i nostri morti. La nostra associazione organizza ogni anno una dozzina di appuntamenti nell’Italia settentrionale, senza incontrare i problemi che emergono a Schio».

Sul fronte “rosso”, Jacopo Borgo dello spazio sociale Arcadia lancia un appello. «Anche quest'anno, in occasione della ricorrenza dei fatti avvenuti nella notte tra il 6 e 7 Luglio ‘45 nelle carceri cittadine, Schio subirà la vergogna di un'ennesima calata fascista. Come Cittadini Antifascisti, oggi come allora, saremo in piazza per ribadire la nostra contrarietà alla presenza di gruppi dell'estrema destra che nulla hanno a che vedere con i valori che questa città ha sempre espresso. Invitiamo tutte le associazioni, movimenti, forze politiche e sindacali, cooperative sociali e cittadini che condividono i valori dell’antifascismo, dell’antirazzismo e della solidarietà a mobilitarsi e scendere in piazza Rossi domenica 5 luglio dalle ore 9 per tutelare la nostra città!».

Luigi Tosin di Continuità Ideale si toglie un sassolino dalla scarpe. «Quello che più spiace è l’attacco nei nostri confronti da parte di chi potrebbe stare a nostro fianco». Non fa nomi Tosin, ma si riferisce ad Alex Cioni, suo predecessore nella carica di Continuità Ideale e promotore dei primi raduni dal 2002, ora coordinatore Alto Vicentino di Fratelli d’Italia-An. Sulla questione ha preso una posizione netta. «Non discutiamo la buona fede di alcuni dei promotori che da 7 anni a questa parte arrivano a Schio ogni prima o seconda domenica di luglio radunandosi davanti al portone delle ex carceri mandamentali, ma ne discutiamo il metodo e lo stile, visto che tale iniziativa non rappresenta più quello spirito di unità che la contraddistingueva nei primi anni. Per il 70. di questo anniversario che ricorda un fatto tragico di sangue sarebbe stato bello provare a recuperare quello stile che in altre occasioni – parla al plurale Cioni - siamo riusciti a dimostrare di avere in nostro possesso. Se non lo volevate fare per rispetto della nostra Comunità, potevate farlo per le vittime e per quello che hanno rappresentato e che ancora rappresentano per tutti noi; potevate farlo per non far prevalere, almeno in questa occasione, il disdicevole spirito di fazione che con lo spirito fascista, di cui vi ritenete gli eredi morali e politici, non ha nulla a che fare».

Ultimo aggiornamento: 11:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA