Banconote e assegni falsi per pagare
la merce online: scoperti 10 truffatori

Sabato 28 Febbraio 2015 di Vittorino Bernardi
Giancarlo Massocco e dei soldi falsi
SCHIO – I carabinieri della compagnia di Schio su ordine di custodia cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Vicenza hanno arrestato Giancarlo Massocco, 33 anni, originario di Cividale del Friuli e domiciliato a Carmagnola (To).



L’uomo risulta al centro di una complessa attività d’indagine condotta dalla compagnia scledense del capitano Vincenzo Gardin che ha consentito di sgominare un sodalizio criminoso composto da altri 7 uomini e 2 donne: I.H 26 anni originario di Palermo residente a San Bonifacio (Vr), D.V. 36 di Belfiore (Vr), G.M. originario di Crotone residente a Monteforte d’Aplone (Vr), I.Z. 56 originario di Palermo e domiciliato a Carmagnola (To), S.I. 36 originario di Melito Porto Salvo (Rc) residente a Bassano del Grappa, F.G. 50 originario Valdagno residente ad Arzignano, L.C. 38 originario e residente a Vicenza, R.I. 38 originaria di Melito Porto Salvo (Rc) residente a Vicenza, A.F. 53 originario di Chiampo residente a Vicenza ed E.C. 33 originaria di Valdagno residente a Arzignano.



Tutti malviventi dediti a spendere denaro contraffatto, falsificare titoli di credito e consumare delitti contro il patrimonio, con particolare riferimento a truffe e furti. Nel corso delle indagini è emersa un’impressionante serie di attività illecite, alcune altamente specializzate nel falsificare assegni circolari così bene da trarre in inganno chiunque, nonché nel “piazzare” sul mercato banconote false da 50 euro.



Le vittime venivano scelte a caso, ignari cittadini, molti dei quali a causa della crisi per arrivare a fine mese hanno messo in vendita loro oggetti attraverso la pubblicazione di annunci su siti specializzati di e-commerce. Gli indagati non erano alla ricerca di un prodotto specifico da trafugare, andava bene qualsiasi oggetto: dal telefono cellulare (solitamente Iphone 5), al parquet, al divano, alla console musicale e tanto altro. L’importante era fare soldi e hanno agito nella provincia berica e anche in quelle limitrofe. Sempre con estrema attenzione, perché una volta intuito di essere sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine si spostavano fuori dal Veneto.



Il tutto con un modus operandi semplice e infallibile: una volta letto l’annuncio contattavano l’inserzionista e dopo avere carpito la sua fiducia concludevano la trattativa. Pagavano a seconda dei casi con banconote da 50 euro false se la somma si aggirava sui 500/600 euro, altrimenti con un falso assegno circolare sul quale apponevano di volta in volta, la data, il nome del beneficiario, la somma e qualche volta ne modificavano anche il numero.



Gli indagati sono ritenuti i responsabili anche del furto di pelli (183 pelli bovine per un valore di 11mila euro) perpetrato la notte del 28 luglio scorso nella conceria di via Dell’Artigianato 7 a Montebello Vicentino.
Ultimo aggiornamento: 17:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA