CONCO - Un giovane esemplare di aquila reale è stato soccorso e recuperato sull'Altopiano di Asiago, forse vittima di un avvelenamento. L'operazione è stata effettuata dagli agenti delle Polizia provinciale a mezzo chilometro del centro abitato di Conco.
L'aquila, di un anno, è stata avvistata da tre appassionati del Cai, incuriositi e preoccupati dal fatto che fosse a terra ed in piedi. Hanno contattato la Polizia provinciale, intervenuta con due agenti. Il recupero è stato piuttosto laborioso, ma dopo due ore di sforzi l'esemplare è stato catturato e messo in una gabbia appositamente oscurata.
«Probabilmente - spiegano gli agenti - viste le condizioni della mucosa, è stato vittima di un avvelenamento, magari per aver mangiato un topo a sua volta avvelenato. Fatto sta che non riusciva a volare». Attivate tutte le procedure, i due agenti hanno poi provveduto a consegnare il rapace ai sanitari per le cure del caso, i quali, però, hanno ritenuto opportuno trasferirlo al dipartimento patologia aviare dell'università di Bologna, per capire la reale portata del problema.
«La speranza – concludono gli agenti – che torni presto per essere liberato a casa sua, sull'Altopiano dei Sette Comuni».
Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 15:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA L'aquila, di un anno, è stata avvistata da tre appassionati del Cai, incuriositi e preoccupati dal fatto che fosse a terra ed in piedi. Hanno contattato la Polizia provinciale, intervenuta con due agenti. Il recupero è stato piuttosto laborioso, ma dopo due ore di sforzi l'esemplare è stato catturato e messo in una gabbia appositamente oscurata.
«Probabilmente - spiegano gli agenti - viste le condizioni della mucosa, è stato vittima di un avvelenamento, magari per aver mangiato un topo a sua volta avvelenato. Fatto sta che non riusciva a volare». Attivate tutte le procedure, i due agenti hanno poi provveduto a consegnare il rapace ai sanitari per le cure del caso, i quali, però, hanno ritenuto opportuno trasferirlo al dipartimento patologia aviare dell'università di Bologna, per capire la reale portata del problema.
«La speranza – concludono gli agenti – che torni presto per essere liberato a casa sua, sull'Altopiano dei Sette Comuni».
