Un "sì" condizionato ai profughi: solo
numeri limitati e accoglienza esperta

Venerdì 31 Luglio 2015
Una struttura per senzatetto
BASSANO - Dalla città del Grappa non arriva un "no" secco all'asilo di profughi, ma vengono definiti paletti precisi per le autorità che volessero "esagerare" con l'invio di richiedenti asilo. All'opposizione non è bastato, schierata sul no senza alcuna condizione, e ha lasciato l'aula.



E' stato così approvata una mozione, emendata, "che esprime parere contrario all'utilizzo delle caserme per l'accoglienza dei richiedenti asilo - spiega il sindaco Riccardo Poletto - e dà mandato al primo cittadino e alla giunta di limitare l'accoglienza secondo il modello e l'ordine di grandezza di quanto già fatto finora ad opera dell'associazione Casa a colori".



In sostanza il documento da una parte sottolinea come la gestione dei richiedenti asilo in Italia sia lacunosa e stia portando gravi problemi agli enti locali che dovrebbero supplire mancanze altrui, ma prende atto che a Bassano già vivono 33 persone assistite in vari alloggi, con un modello virtuoso di accoglienza ad opera dell’associazione “Casa a Colori”. Siccome circolano voci sempre più insistenti sul fatto che potrebbero arrivare in città molti altri richiedenti asilo presumibilmente nella ex caserma Fincato di proprietà comunale o alla Caserma Monte Grappa, queste notizie creano timori nella popolazione.



Ricordando che anche l'ex sindaco Cimatti si oppose all’arrivo di altri richiedenti asilo, e che il sindaco Poletto il 30 gennaio scorso entrando nella caserma col presidente nazionale Ana affermò, sul passaggio di proprietà della Monte Grappa, che "l’amministrazione comunale farà certamente la sua parte" per restituire ai cittadini questo storico spazio e migliorare la loro vita, e che poi una parte della caserma è stata ufficialmente consegnata agli alpini perchè ne facciano buon uso, il consiglio comunale ha impegnato sindaco e giunta "a dare un netto parere contrario all’arrivo di altri richiedenti asilo, sia nelle due caserme che in altre strutture pubbliche, e a limitare l’accoglienza secondo il modello sopracitato ed entro il medesimo ordine di grandezza".



In sostanza si ribadisce il sì all'ospitalità, ma solo per numeri contenuti (il parametro ideale, a quanto si sa, è di un profugo ogni mille residenti) e attraverso la gestione di una struttura preparata come Casa a Colori, senza doversi riferire ad altre estemporanee realtà private che si buttano nel business dei profughi solo per averne un ritorno economico.
Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA