Nuova Valsugana, sindaci tra 2 fuochi
«Se la fermate, penale molto salata»

Martedì 17 Febbraio 2015 di Roberto Lazzarato
Un rendering delle opere connesse alla Nuova Valsugana

VALBRENTA - “E io pago” ripeteva Totò. E conti da pagare, anche salati, non solo pecuniari, ma anche in termini di inquinamento e nuovi disastri ambientali, si prospettano all’orizzonte della Nuova Valsugana, l’eterna incompiuta. Fumata grigia, l’ennesima, nell’incontro promosso a Pove dall’assessora regionale Elena Donazzan con i sindaci del territorio interessato al progetto (decine sono quelli finiti nel dimenticatoio nei decenni scorsi) e i rappresentanti delle categorie economiche del Bassanese.

L’ingegner Mocellin, tecnico regionale, ha chiarito, in particolare ai nuovi amministratori, alcuni aspetti del progetto ottimizzato scaturito dal recepimento, in parte, delle osservazioni degli enti interessati e illustrato l’iter procedurale, che prevede la convocazione da parte del Ministero alle infrastrutture, probabilmente entro il 2015, della conferenza dei servizi nella quale tutte le parti in causa avranno l’opportunità di presentare le proprie osservazioni. Se l’iter proseguirà, il passo successivo sarà davanti al Cipe con il governatore del Veneto, quindi la pubblicazione e poi il bando di gara.

“La commissione territorio e ambiente dell’Unione Montana Valbrenta ha espresso un parere articolato sul progetto ottimizzato - ha fatto presente il presidente dell’Unine Montana Luca Ferazzoli - che sarà preso in esame dai sindaci alla luce anche di quanto emerso nei due incontri promossi a Pove e poi saranno presentate le valutazioni alla conferenza dei servizi. Comunque, non sono i sindaci ad avere la possibilità di fermare il progetto, ma sarà solo la Regione a poterlo fare, dal momento che ha dichiarato il pubblico interesse dell’opera senza consultarci”.

In merito all’eventuale penale da pagare in caso di blocco, la Donazzan ha informato che l’avvocatura regionale sta valutando il caso, ma l’entità del risarcimento potrebbe essere molto oneroso, si sussurra del 2,5% del costo dell’opera, un bel malloppo di milioni di euro. La Regione dovrà anche tener conto della mutata composizione della giunta, dopo il blitz del caso Mose, e valutare attentamente i vari aspetti dei project financing.

Altro nodo pecuniario è quello relativo al pedaggio. Le cifre, presunte, che circolano, parlano di 5 euro di ticket per le auto e di 10 per i camion, con il timore, non solo ipotizzato, che siano in molti, forse troppi, a svicolare in destra Brenta per non pagare, causando il collasso dall’altra parte del fiume. “Le eventuali esenzioni figurerebbero solo sul bando - spiega Ferazzoli - e quindi si andrebbe in gara senza la certezza che il traffico non andrà a finire in destra Brenta”. I rappresentanti delle categorie economiche hanno fatto presente la necessità di trovare una soluzione, per non penalizzare il territorio che sta perdendo competitività a causa di infrastrutture carenti.

Intanto prendono intantoposizione anche i consiglieri Cinquestelle del Bassanese (Nervo di Solagna, Guidolin di Rosà, Contro di Sandrigo, Andreatta di Marostica, Zanetti di Cartigliano, Ziliotto di Cartigliano, Lago di Tezze sul Brenta): "La Nuova Valsugana è una storia tipicamente italiana - scrivono -: i comitati di cittadini, primi a denunciare i gravi problemi del project, sono stati prima ignorati e poi visti con fastidio dai sindaci interessati al passaggio dell'opera. Senza tema di smentita "i grillini" si sono schierati da subito contro quest'opera e per non consentire una strumentalizzazione politica della vicenda hanno sostenuto i comitati senza mai esporre la bandiera del movimento. Poi sono diventati di dominio pubblico i danni di questa finanza di progetto nella quale, è bene ricordarlo, gli unici a guadagnarci sono i costruttori dell'opera, mentre per le casse pubbliche è un salasso. Quindi è scoppiato il caso Mose, che ha coninvolto Galan e Chisso, ed è stata una corsa disordinata a trovar posto nella "scialuppa di salvataggio".

"Con un curioso ritardo, a dire no all’opera è arrivata anche Italia Nostra… come si dice: meglio tardi che mai". Quindi bacchettate anche alla candidata presidente del Veneto del Pd, l'on. Moretti, colpevole di essere arrivata in ritardo sul tema. "Per correttezza è bene aggiungere - continuano i grillini - che favorevole all’opera sembra non fosse neppure l’assessore Donazzan. Al momento della presentazione in Giunta Regionale del Progetto da parte del collega Chisso, si astenne; salvo poi ricomparire recentemente piombando dai sindaci alla vigilia del loro pronunciamento alla prossima conferenza dei servizi ed avvertendoli che ci sarà una penale da pagare nel caso l'opera non si faccia".

I Cinquestelle si chiedono: "Una domanda sorge spontanea: ma allora, chi la voleva, la Nuova Valsugana? Di sicuro l’ex assessore Renato Chisso, le ditte che vogliono costruirla. Ad essi "dovrebbe" aggiungersi il governatore leghista Luca Zaia: il condizionale è d'obbligo perché da un lato ha votato a favore nella delibera regionale che definisce l'opera di pubblico interesse, salvo poi, alcune settimane, fa dichiarare agli organi di stampa che "l'opera si farà se è voluta dalla cittadinanza, se invece la cittadinanza non la vuole... l'opera non si farà! Caspita, ma non poteva chiederlo prima alla cittadinanza?" chiosano i grillini.

Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 12:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA