L'arte dei moderni falconieri, ovvero
vivere in simbiosi con i rapaci

Venerdì 22 Maggio 2015 di Maria Elena Mancuso
Falconieri a Marostica

MAROSTICA - È un’arte antica che da secoli si tramanda, come un rituale, da maestro ad allievo. Per praticarla servono pazienza, rispetto, dedizione e autocontrollo. Ma più d’ogni altra cosa, serve l’amore, incondizionato, per i rapaci e per la natura. Stiamo parlando della falconeria, un’arte dal sapore tutto medievale che da qualche anno ha trovato casa tra le verdi colline di Marostica.

A svelarci curiosità e segreti di questa affascinante attività, Michela Chesini, falconiere, marosticense e vicepresidente dell’Associazione Italiana Rapaci.

“La nostra sede è il Museo Ornitologico, a due passi dal Castello Superiore”, spiega Michela.

“E le dimostrazioni con i rapaci si svolgono in un anfiteatro naturale all’ombra delle mura”.

Un’ambientazione perfetta che regala qualcosa di più a questa esperienza, avvincente e inusuale, che da marzo ad ottobre prende vita ogni domenica pomeriggio.

“A guidare gli incontri siamo io e Stefano Scanagatta, il presidente dell’associazione. Il nostro lavoro consiste nello spiegare cos’è e come funziona la falconeria, rispondendo ai dubbi e alle domande di chi assiste alla dimostrazione. Ma i veri protagonisti sono comunque loro: i rapaci! Tra notturni e diurni abbiamo 16 esemplari. Barbagianni, gufi e falchi di cui ci prendiamo cura quotidianamente. Durante le dimostrazioni li portiamo in anfiteatro e li facciamo volare. Ogni volatile ha le proprie caratteristiche e la propria personalità, ma tutti esigono lo stesso rispetto e la medesima dedizione”.

E così si resta incantati ad ammirare le evoluzioni di Sting, il piccolo falco di Harris. Un brivido corre sulla schiena quando Rodeo, il falco pellegrino, scende velocemente in picchiata quasi a sfiorare la gente in platea. Ancora restiamo ammaliati ad osservare la maestosità di Beppe, il gufo reale, e divertiti da Tyto e Alba, i due candidi barbagianni che si accomodano placidamente sulle panche tra la gente.

Stefano e Michela guidano i loro amici premiando ogni evoluzione con un boccone di carne fresca. Raccontano, spiegano e battono il tasto su quanto e come sia impegnativo il loro lavoro.

“È importante che la gente capisca che la falconeria non è un gioco. In Italia è una tradizione forte, ma poco diffusa proprio per via dell’importanza e del prestigio che storicamente questa disciplina ha sempre avuto. Negli ultimi anni, però, le cose stanno cambiando. La falconeria comincia a diffondersi e la gente si improvvisa falconiere, senza averne le competenze”.

Curioso apprendere che, per la legge italiana, possedere un falco è come avere un’arma.

“In pratica la falconeria è equiparata alla caccia. Ma il settore è ancora poco regolamentato. Così, sempre più spesso, ci si imbatte in gente che, affascinata dai rapaci, decide di comprarne uno per il solo gusto di mostrarlo sul pugno. Ma falchi e gufi non sono gingilli. Né tantomeno animali domestici di cui ci si può facilmente prendere cura. Hanno bisogni ed esigenze ben precisi. Un esempio? È vitale per loro volare con regolarità. Ogni giorno o quasi. Non si può lasciarli in voliera per settimane o mesi. Perché i loro muscoli hanno bisogno di allenamento e poi volare li rilassa e li fa vivere meglio. I nostri rapaci, ad esempio, vivono in casa con noi e sono molto più di un lavoro. Sono parte integrante della nostra quotidianità”.

Quasi membri della famiglia, viene da pensare ascoltando con quanta passione ne parla Michela.

“Non ha niente a che vedere con il rapporto che può esserci con un cane o un gatto. Tra addestratore e rapace si instaura un sentimento particolare, fatto innanzitutto di fiducia. Quando portiamo in giro i volatili, se qualcosa li spaventa, è solo al proprio addestratore che danno ascolto. Tra i boschi, durante la caccia, o in ricognizione su di un particolare territorio per allontanare i volatili dannosi durante il Bird Control, è il rapace a decidere se seguire o meno le indicazioni che gli vengono date. E questo succede solo se riconosce massima fiducia al proprio addestratore. Per questo sarebbe utile che la falconeria trovasse al più presto una regolamentazione. Per garantire sicurezza e protezione ai rapaci e permettere, allo stesso tempo, la diffusione di questa antica e prestigiosa arte”.

Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA