L'autovelox fa aprire il portafoglio, ma
a sindaco, ex sindaco e assessori

Lunedì 14 Dicembre 2015 di Roberto Lazzarato
Ceccon, l'autovelox e Bombieri
SAN NAZARIO - “E io pago”, recitava Totò. In realtà questa volta a pagare sono amministratori e funzionari comunali che, per evitare il processo, hanno preferito pagare quanto stabilito dalla Corte dei Conti di Venezia che li aveva citati in giudizio per la controversia del contestato autovelox di Rivalta.

Una vicenda che si trascina da anni, iniziata nel 2008, con continue polemiche, sino al 2013 quando l’autovelox, per il quale il comune aveva pagato oltre 17.400 euro, è stato ceduto in comodato gratuito al servizio di polizia locale dell’Unione dei comuni Medio Canal di Brenta. La Procura della Corte dei Conti di Venezia aveva citato in giudizio l’ex sindaco Gianni Ceccon, i quattro assessori Fausto Mocellin, Stefania Lazzarotto, Luca Moro ed Ermando Bombieri (attuale sindaco di San Nazario), il segretario comunale Teresa Consoli e la funzionaria Erica Ceccon, presso la Sezione Giurisdizionale, “per sentirli condannare al pagamento, in favore del comune di San Nazario, della somma complessiva di euro 17.405,58, ciascuno in proporzione al proprio contributo causale, quale danno all’erario conseguente ad illecita gestione di apparecchio di misurazione della velocità in aperto contrasto con disposizione di legge, installata nel Comune di San Nazario, in località Rivalta”.

Le controdeduzioni degli interessati, che hanno invocato “la pericolosità dell'area e la conseguente necessità dell'acquisto e impiego dell'apparecchio, l'utilità del rilevatore (sebbene utilizzato con la presenza di un operatore) e il vantaggio conseguito dall'Unione di comuni, successivamente divenuta comodataria dello strumento”, non hanno però convinto l’organo inquirente, che ha evidenziato “come non sia stata fornita prova dell'effettiva pericolosità del tratto stradale in questione (così come degli effetti prodotti dall'impiego del rilevatore), che comunque lo strumento era stato collocato in violazione di norma di legge e che non risulta alcuna attività istruttoria volta ad individuare un suo diverso (e legittimo) posizionamento, che non risulta comprovata alcuna utilità per l'ente della cessione in comodato dell'apparecchio e che l'impiego con un operatore aveva comportato l'esborso di costi aggiuntivi di personale, un sottoutilizzo dello strumento, nonché minori entrate comunali da violazioni del codice della strada”.

L’ex sindaco, giunta e funzionari hanno optato per il pagamento dei danni contestati e la Corte dei Conti di Venezia, in ragione del sopravvenuto integrale pagamento della pretesa risarcitoria azionata dal Pubblico Ministero, ha dichiarato “cessata la materia del contendere”.

“La vicenda dell’installazione del T-Red è lunga e complessa, - ha spiegato l’ex sindaco Gianni Ceccon. - Sono molto amareggiato, come gli altri colleghi dell’ex giunta con i quali mi consulterò per quanto successo e in questo momento preferisco non rilasciare dichiarazioni”.

“Noi riteniamo che il T-Red in un tratto di strada molto pericoloso, come quello di Rivalta, sia utile per fare prevenzione e a garantire la sicurezza, oltre naturalmente a contribuire a dare un po’ di ossigeno alle casse comunali”, ha spiegato l’ex assessore e attuale sindaco Ermando Bombieri. Per quanto riguarda l’installazione difforme al codice della strada, Bombieri precisa che “non è mai stato attivato nel periodo in cui non rispettava le norme previste”.
Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 14:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA