Appena andato in pensione, muore
l'ex capogruppo dell'Ana di San Zeno

Venerdì 29 Maggio 2015
Francesco Scomazzon e gli alpini di San Zeno nel 60. anniversario del 2011

CASSOLA - Aveva appena raggiunto la pensione, in maggio. Ma un male terribile l'ha stroncato. Francesco Scomazzon, ex capogruppo della sezione di San Zeno degli Alpini della Montegrappa ha cessato di vivere nella sua casa, a 59 anni. Aveva lavorato una vita, in vista della meritata pensione. Era autista in un'impresa edile.

Era stato attivo presidente del gruppo alpini di San Zeno. Persone sempre disponibili nei confronti della comunità per rendere servizi in parrocchia, alle associazioni giovanili e sociali, al comitato che organizza la grande sagra degli asparagi e che da sempre convolge le penne nere per la gestione e il controllo della marcia frequentata da diverse migliaia di persone.

Da mesi si sapeva della sua situazione disperata, vissuta con dignità e coraggio con i propri famigliari. In paese e nell'intero Comune tutti conoscevano Francesco l'alpino, uomo riservato e di grande animo, tutti ne conoscevano la bonomia e la disponibilità. Aveva ceduto il "comando" da un paio d'anni per fare spazio ai giovani, e il gruppo aveva eletto Devis Baggio, ma a lui aveva riservato il ruolo di vicecapogruppo.

"La sua opera migliore è stata la capacità di mettere d'accordo tutti e portare entusiasmo a tutti, perché in un gruppo di volontariato è sempre difficile coordinare tante teste diverse" spiega Devis Baggio ricordando Francesco Scomazzon, che fu presidente per diversi anni. Nel 2008 inaugurò la nuova sede alpina in pieno centro a San Zeno, vera centrale di lavoro delle penne nere locali, nel 2011 aveva organizzato con i colleghi il 60. anniversario del gruppo.

Francesco Scomazzon lascia la moglie Giovanna, la figlia Ilenia, le sorelle Marilisa e Bruna. I funerali si sono svolti nella parrocchiale di San Zeno. L'ultimo viaggio Francesco lo ha fatto dalla sua casa di viale Asiago in un corteo con l'intero paese al seguito. I suoi alpini lo hanno seguito, come fanno con tutte le penne nere che "vanno avanti", e dopo la cerimonia in chiesa l'hanno trasportato a spalla sino al cimitero, scortato dalle bandiere del gruppo, attraversando tutto il paese.

La cerimonia in chiesa è stata toccante. C'era tutto il paese e non solo: chiesa gremita e almeno altre 5-600 persone fuori ad ascoltare il rito. Hanno preso la parola i compagni di classe di Ilenia e gli insegnanti del Remondini, gli amici alpini, mentre don Maurizio, anche a nome della classe '56, ha mandato un lungo messaggio dal Madagascar. Ilenia, la figlia, con la voce rotta dalla commozione ha ricordato gli ultimi mesi di convivenza della malattia affrontati con coraggio e serenità: "Tu eri il mio guerriero, papà". In chiesa sono anche riecheggiati la tromba, la preghiera e i canti degli alpini.

Ultimo aggiornamento: 17:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA