Cassola, dopo la sentenza Bizzotto
e Gobbato si tolgono i sassolini

Martedì 23 Giugno 2015
Paolo Gobbato, Egidio Bizzotto e una delle maxi assemblee sulla vicenda gassificatore

CASSOLA - Dopo la sentenza del Gip che ha totalmente archiviato le denunce dei Pasinato qualcuno degli ex querelati si toglie i sassolini dalle scarpe.

In particolare Egidio Bizzotto, portavoce del comitato contro il gassificatore, sintetizza gli umori dei cittadini in una lunga lettera. "La risposta data dai Pasinato ai cittadini più attenti è stata solo denunce penali, civili, amministrative - scrive Bizzotto -. Tutti ricordano i giorni concitati quando a Cassola nel marzo 2012 scoppiò la “bomba” del gassificatore. I Pasinato si dichiararono ignari di tutto, ma nessuno ci credeva e così si scatenò in internet un acceso dibattito. Poi cominciarono a scoprirsi gli altarini della frequentazione del Pasinato padre con i soci di Karizia, della probabile connessione generale del progetto Karizia con Ecotrasporti e con un possibile nuovo impianto di autodemolizioni che avrebbe potuto sorgere tra Karizia ed Ecotrasporti. Naturalmente Pasinato ha sempre negato tutto: lui e sua figlia non sapevano niente. Ma come? Nel comune di Cassola da anni non si spostava una virgola senza il controllo diretto di Pasinato: lottizzazioni, concessioni edilizie, permessi di qualsiasi genere, grandi opere, tutto faceva capo a lui. Guarda caso, proprio un inceneritore, opera di grande rilevanza economica, ma soprattutto ambientale e, di riflesso, sociale, stava per insediarsi nel suo comune a completa sua insaputa!".

Fu proprio questo l'elemento scatenante del risentimento e della rabbia di tante persone, osserva Bizzotto. "E allora leggi i programmi elettorali del 2009 elaborati da Pasinato - prosegue l'ex preside e portavoce del Comitato - per il suo gruppo e scopri che si parla di trattamento dei rifiuti con sistemi innovativi; ascolti le voci di alcuni imprenditori e ne esce che anche altri erano stati avvicinati in attesa di “una attività importante” di questo tipo; vai a colloquio con uno dei principali titolari di Karizia e quello ti dice con molta schiettezza che è amico di Pasinato ma che di questo progetto, che stanno preparando da tre anni, con lui non ha mai parlato, fatta salva la richiesta di procurargli un incontro con Etra... Certamente tutti questi elementi hanno contribuito a surriscaldare l'ambiente e giustamente la gente ha cominciato a porsi domande concrete circa l'estraneità dei Pasinato. Del resto il giudice stesso è esplicito nel merito: “Dubitare che gli amministratori locali, connotati da un lunga esperienza... non fossero a conoscenza della eclatanza del progetto appare del tutto legittimo”.

"La denuncia penale ebbe il suo corso - continua Bizzotto -. In fondo Pasinato è pur sempre un ex senatore della Repubblica. Cinque funzionari del Commissariato di Polizia furono impegnati nel febbraio del 2013 per due settimane ad interrogare un gran numero di persone ree di aver scritto i commenti che tutti abbiamo letto sul web, o semplicemente ritenute responsabili di istigazione. Autentiche stupidaggini, come ebbe a dire qualcuno a chi lo interrogava, che stavano distraendo il personale di giustizia da attività ben più rilevanti, a cui si devono anche aggiungere le ricerche della polizia postale per identificare i nick name dietro cui si nascondevano alcuni. Poi il Pm chiese l'archiviazione “ritenendo trattarsi di accettabile esternazione della critica politica”. I Pasinato si opposero e la pratica fu portata davanti al Gip, che ha confermato la richiesta del Pm. Ogni commento ci pare superfluo" conclude Egidio Bizzotto.

Anche Paolo Gobbato, già vicesindaco di Pove, era tra i querelati. "Vorrei sottolineare alcuni punti, a prescindere dall’enorme lavoro inutile e dispendioso svolto dalla Polizia Postale e dal sistema giustizia nel suo complesso. I due Pasinato mi avevano querelato per: minacce aggravate; ingiurie aggravate; diffamazione aggravata; inneggio alla delinquenza; aggiungendo l’aggravante dell’istigazione a delinquere. Rincarando con: “in seguito ai fatti descritti i querelanti hanno subito o stanno subendo gravissimi danni e patimento morale lesivi della dignità delle loro persone e delle istituzioni da loro presentate” e di “versare in uno stato d’ansia e di paura a causa delle reiterate minacce anche di morte contenute nelle pubblicazioni”.

"Il giudice nei miei riguardi - prosegue Gobbato - scrive non solo che non si tratta di “sguaiate e gratuite offese” ma rileva che la mia invocazione a politici di maggior spessore (…) altro non è che la invocazione a principi democratici e di legalità che temevo violati”. E conclude attribuendomi “la piena continenza sia ideologica che linguistica” di quanto scritto. Adesso ci sarebbero gli estremi per una controquerela e una citazione per danni. Anche se verrebbero sicuramente archiviate. E io non voglio concorrere a intasare inutilmente la giustizia".

Ultimo aggiornamento: 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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