Al capezzale del Ponte malato: «Non
rischia cedimento immediato, ma...»

Mercoledì 1 Aprile 2015 di Paola Gonzo
Il sindaco Poletto e il vice Campagnolo con Magani
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BASSANO - Sovrintendente, tecnici, architetti ed ingegneri. Stamattina il Ponte degli Alpini ha goduto di fior fior di attenzioni. Ospiti d'onore del sopralluogo di oggi il sovrintendente Fabrizio Magani e i professori Claudio Modena dell'Università di Padova e Giovanni Carbonara della Sapienza di Roma.

«Con il sopralluogo odierno - esordisce il sindaco Riccardo Poletto - è terminata la fase di analisi dei materiali per entrare ora in quella di progettazione. Provo grande orgoglio istituzionale nel constatare come, di fronte a molti esempi di mala amministrazione, per il ponte di Bassano si stia attivando una proficua collaborazione tra università, sovrintendenza e altre istituzioni».

«Il Ponte degli Alpini - spiega il professor Modena - vanta una storia travagliata di danneggiamenti e restauri susseguitisi nel corso dei decenni. C'è da dire - sottolinea - che strutture di legno simili in Italia non ci sono, quindi, oltre alla riparazione e manutenzione, va svolta un'importante opera di valorizzazione».

I problemi che affliggono il monumento più simbolico della città concernono, appunto, soprattutto il legno, e da lì si snoderà l'intervento. «L'idea - spiega Modena - è quella di mantenere gli otto pali in cemento armato impiantati negli anni Novanta e, forse, togliere la massicciata che si trova tra la pavimentazione e il legno sottostante, completamente marcio proprio a causa della mancanza di uno sbocco d'aria. Non c'è un pericolo immediato di cedimento -precisa - ma i lavori vanno assolutamente svolti. Un altro obiettivo - prosegue - è quello di rendere il passaggio sicuro dal punto di vista sismico, come richiede la normativa che prevede vi siano, in ciascuna città, dei punti di sicurezza in caso di terremoto. Dal punto di vista idrologico - conclude - ci son già due sbarramenti, uno a monte e uno a valle, e non occorre intervenire ulteriormente per diminuire la forza dell'acqua».

«Un lavoro fondamentale - aggiunge il professor Carbonara - sarà quello di datare e classificare ogni singolo pezzo di legno della struttura: la conoscenza storica - sostiene - è la base per evitare di procedere alla cieca e commettere gravi errori di calcolo».

«La sinergia creatasi tra le varie forze - chiosa Magani - farà sì che il progetto crescerà grazie a tutta una serie di incontri tecnici, cosicché, alla fine, l'autorizzazione non rappresenterà che una semplice formalità».

Per quanto riguarda i tempi tecnici, l'amministrazione prevede un affidamento dei lavori entro l'anno, così da avviare il tutto ad inizio 2016, confidando in condizioni meteo simili a quelle di quest'anno. I finanziamenti sul tavolo per ora giungono da Cariverona con un milione di euro, dalla regione Veneto con altri 600.000 euro, senza dimenticare i contributi dei gruppi locali spontanei nati in difesa del monumento.

Ultimo aggiornamento: 17:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA