Controllare lo smartphone di continuo è ormai un'abitudine comune sia per i più giovani ma anche per chi l'adolescenza l'ha passata ormai da un po' di tempo.
Un comportamento che, denuncia a Metro lo scrittore americano Nicholas G. Carr, autore di 'The Shallows: how the internet is changing our brains', potrebbe essere deleterio per il nostro cervello. Essere costantemente connessi, spiega, con lo smartphone o il tablet, porta a interrompere il naturale flusso di pensiero. Il risultato? "Potrebbero nascere problemi nel mantenere la concentrazione - spiega l'autore del libro -, difficoltà a progettare sul lungo periodo e a fare riflessioni profonde".
Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 15:33
Un comportamento che, denuncia a Metro lo scrittore americano Nicholas G. Carr, autore di 'The Shallows: how the internet is changing our brains', potrebbe essere deleterio per il nostro cervello. Essere costantemente connessi, spiega, con lo smartphone o il tablet, porta a interrompere il naturale flusso di pensiero. Il risultato? "Potrebbero nascere problemi nel mantenere la concentrazione - spiega l'autore del libro -, difficoltà a progettare sul lungo periodo e a fare riflessioni profonde".