Versione italiana di Siri
nella bufera: «E' omofoba»

Sabato 1 Agosto 2015 di Giulia Aubry
Versione italiana di Siri nella bufera: «E' omofoba»
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Siri non è gay-friendly. Almeno non nella versione italiana. Il popolare software - basato sul riconoscimento vocale, integrato da Apple a partire da iPhone 4S e pubblicizzato come "assistente personale" – a quanti volessero porgli domande come “perché due gay (o due lesbiche) non possono sposarsi?”, “ come si registra un matrimonio gay” o volessero condividere, anche solo per gioco, affermazioni come “penso di essere gay (o lesbica)” risponde con una sola frase: “non è carino da parte tua”. E come se non bastasse non riconosce la parola “omofobia”.

Insomma per la versione italiana di Siri parole come gay, lesbiche o bisessuali (che al di là di quello che ciascuno può pensare sono termini di uso comune e non connotati negativamente) rientrano nella categoria insulti e vengono gestiti al pari di epiteti volgari.



Così Chiara Reali di Diversity Lab, un’associazione di persone che si impegnano per l’abbattimento del pregiudizio e della discriminazione legati al concetto di diversità, ha lanciato venerdì scorso una petizione su change.org che ha già raggiunto quasi 4.500 sottoscrizioni.



«Ciò che stupisce - osserva Chiara nella sua segnalazione a Tim Cook, il CEO di Apple che nell’ottobre dello scorso anno ha fatto coming out con la stampa internazionale dichiarandosi orgoglioso di essere gay - è che Apple è considerato uno dei marchi più attenti alla diversità dei suoi lavoratori e sempre in prima fila per i diritti LGBT fino a farne un vanto». In effetti 8.000 lavoratori della Apple hanno partecipato al gay pride di San Francisco non più di un paio di settimane fa. E negli Stati Uniti Siri corregge automaticamente chi attribuisce il genere sbagliato a Caitlyn Jenner, l’ex campione olimpico di decathlon a Montreal 1976 e patrigno delle Kardashian, che ha recentemente completato la sua transizione dal genere maschile a quello femminile. L’anomalia italiana del sistema di risposta di Siri è davvero “strana” e verrebbe da chiedersi se e in quali altre lingue si verifica la stessa cosa.



Comunque la si pensi sui diritti LGBT, il politicamente scorretto della versione italiana di Siri fa riflettere. Probabilmente non sarà il problema più importante che gli omosessuali – al pari di tante altre categorie - devono affrontare nel nostro paese, ma una versione “politicamente corretta” dell’assistente personale sull’iPhone, a livello simbolico, potrebbe essere importante per molti.



«Chiediamo – conclude Chiara nella sua petizione – che Siri accolga i nostri coming out o le nostre richieste di aiuto senza implicare che essere lesbica, gay o transessuale sua una cosa “poco carina”. Perché nessuno si debba sentire sbagliato. Perché tutti possano sentirsi orgogliosi di quello che sono. Proprio come Tim Cook».
Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 12:04

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