Jacopo Berti e i giovani grillini:
«Siamo quelli del buon governo»

Mercoledì 27 Maggio 2015 di Paolo Francesconi
Jacopo Berti e i giovani grillini: «Siamo quelli del buon governo»
ROVIGO - Abbracci gratis e infatti fermano i passanti sorpresi le 4 attiviste grilline che nell'assolata piazza Vittorio Emanuele di Rovigo si sono inventate un flash mob per richiamare l'attenziuone su Jacopo Berti, 32 anni a ottobre, figlio di professionisti padovani (il padre medico chirurgo e dentista, il nonno preside della facoltà di medicina) candidato governatore del Veneto del movimento 5 Stelle, promuovere Ivaldo Vernelli, candidato sindaco 5S e gli altri grillini in lista. Superate le diffidenze, il gioco funziona: donne e uomini in gran parte accettano l’abbraccio, ci stanno, ritirano il volantino. C’è chi resta a parlare, chi fa di un’erba un fascio e manda tutti al diavolo, chi incita a "non mollare", "siete rimasti solo voi", chi solo a sentire la parola "grillino" accelera.



È Rovigo la prima fermata dell’ultima domenica elettorale di Berti, grillino diverso. Pacato, non urla, non ha la bava alla bocca e la baionetta tra i denti, anche se a Zaia, Moretti, Tosi e rispettivi partiti ripete il verbo pentastellato: «Siamo qui per spazzarvi via. Se non riuscieremo noi, lo farà qualcun altro. Ma i vostri partiti sono morti». Però poi il giovane Berti scopre le carte: «Sono per natura un dialogante. E se andremo all’opposizione di Zaia o della Moretti, sarà un’opposizione di governo: su autonomia del Veneto, reddito di cittadinanza, sanità, sostegno alle piccole e medie imprese, dissesto idrogeologico, abbiamo tante buone idee e siamo pronti al confronto. Abbiamo una visione alternativa, di un Veneto che ancora non c’è ma ci sarà, però non viviamo su Marte, certi risultati non li puoi ottenere da solo - aggiunge - È un approccio che sta funzionando sul questione autonomia in Regione Lombardia, con il presidente Maroni. E in Parlamento, vedi l’ecoreato. Il voto ai Cinque Stelle oggi è un voto per il buon governo».

Capito che svolta? È quello dei 5S il vero esperimento di queste Regionali: Berti incarna il mutamento di pelle del movimento, dal "vaffanculo" e dalla protesta urlata, a forza politica che inquadra temi e battaglie e su quelle tratta per arrivare al risultato. Per far capire la concretezza Berti ha fatto molti incontri con le categorie economiche, tutti i sindacati, le associazioni professionali. Resta un esperimento, non si sa come finirà. E se gli elettori non vi seguono? «Non credo accadrà - risponde Berti - Ma non abbiamo paura di morire politicamente. Non siamo qui per occupare poltrone».

Berti & C., comunque, se la vedranno da soli: nè Beppe Grillo nè Gianroberto Casaleggio verranno a dar man forte. Niente comizi, niente piazze. Nè qui, nè nelle altre Regioni al voto, eccezion fatta per Liguria, casa del comico. I due leader vi abbandonano? «No - risponde Berti - è una prova di maturità, dobbiamo pedalare da soli. Stanno venendo però molti parlamentari, come domani a Venezia per le discariche abusive di Venezia e per il Mose. Le fratture nel movimento? Chi doveva uscire è uscito». Per cui avanti da soli. A partire dai soldi: per finanziare la campagna (50 candidati alla Regione, i candidati-sindaco e consigliere comunale) i grillini veneti hanno costituito un’associazione che si scioglierà a elezioni finite. 23.500 euro i fondi raccolti. A parte Marco Venturini, venuto da Roma per seguire la campagna, è tutto volontariato, gruppi di lavoro su Telgram (app di Internet), chat di candidati. Berti ha macinato i 22.000 chilometri di strada veneta per lo più con la sua Hyundai Boxer, quella con cui domenica ci ha scarrozzato per il Polesine e la bassa padovana. Dopo il flash mob a Rovigo, infatti, proseguiamo per Solesino: qui in piazza c’è un gazebo grillino, poco distante da un più attrezzato gazebo leghista, quando Berti si avvicina, un sostenitore di Zaia gli si avvicina, lo saluta e si complimenta, «anche se voterò Luca». Prima di lasciare Solesino per la Festa del prosciutto veneto berico-euganeo d.o.p. di Montagnana, due battute scherzose col sindaco Roberto Beggiato (Pd). In macchina Berti si scatena sulla Veneto Valley, la rivoluzione digitale in cinque mosse targata 5 Stelle, sui progetti per le infrastrutture. «Bisogna fermare la Tav - spiega - Costa 5 miliardi per 54 chilometri. Con quei soldi paghiamo la Veneto Valley, colleghiamo tutto il Veneto via treno, come in Svizzera, e via pista ciclabile, come in Olanda: così il turismo fa boom. E consumo zero del suolo». Confindustria è contro. «Tra 5 anni capiranno che avevamo ragione. Anche la Coldiretti ci guardava con diffidenza, ci vedevano come elementi di rottura, adesso collaboriamo bene». A Montagnana ci attende lo "sherpa" Marco Camèra, l’esperto di acque e di suolo, consigliere d’amministrazione del consorzio Leb (lessinio-euganeo-berico), un altro della seconda onda grillina. Berti, Camèra e gli altri grillini fanno la coda per pagare risotto e crudo allo stand, nessuno lo riconosce, poi giro di saluti a cuochi e volontari, un po’ sorpresi. Fuori dal tendone, i grillini hanno organizzato un’ora di volantinaggio scanzonato, compresa la stretta di mano col sindaco Loredana Borghesan (Fi). Chi si ferma - e non sono pochi - racconta dell’ospedale di Schiavonia, di paesi che vanno sott’acqua, di agricoltura da tutelare. «Grillo? No grazie, votiamo Moretti» taglia corto una coppia. Un’altra signora butta via subito il volantino: «Grillo, no, no per carità».

È tempo di spostarsi a Padova, nel caos pomeridiano della Fiera Campionaria, dove c’è un punto organizzato dai supporter di Berti che annega nel mare di gente: tante domande, spiegaci questo e quello. La giornatina, iniziata alle 9.30 al parcheggio dell’Ikea, si conclude al cinema. In quel di Zero Branco. Per un film particolare che riscuote attenzione nell’underground veneto: "Bandiza, storie venete di confine", un film-documentario di Alessio Padovese, parla di vite e traversie di oggi. Bandiza è la parola con cui si indicava, in passato, il confine tra due province. «Ma come dice il regista - conclude Berti - Bandiza è anche scegliere da che parte stare».
Ultimo aggiornamento: 11:54

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