VENEZIA - Urne aperte regolarmente stamani per il voto: le 256 sezioni elettorali per il secondo turno (ballottaggio) del Comune di Venezia sono al lavoro con soli 7 nuovi presidenti di seggio rispetto al primo turno. Si voterà fino alle 23 con lo spoglio che inizierà subito dopo la chiusura dei seggi.
«Ma allora, come va a finire?». Neanche fosse un thriller, il clima di incertezza intorno al ballottaggio di Venezia si riverbera sulle domande che al telefono, per strada, al bar ti fanno tutti. E nessuno si azzarda più a prevedere una vittoria "facile" dell’uno o dell’altro; nel basket che tanto appassiona Luigi Brugnaro e Felice Casson si pronosticherebbe un finale di partita punto a punto. A dicembre era già scattato in avanti il senatore, che sotto l’albero di Natale aveva fatto trovare al Pd il pacco regalo della sua candidatura, non proprio gradito dall’establishment democratico. Che infatti alle primarie si schierò puntualmente dietro le insegne del rivale Nicola Pellicani, poi travolto alle idi di marzo (ma infine tornato in sella come capolista dello stesso Casson).
Dopo quel trionfo interno in più di qualche occasione il senatore si era detto fiducioso in una conquista del municipio senza necessità di ballottaggio, come fu per Giorgio Orsoni nel 2010, ma in avvicinamento al 31 maggio dall’entourage erano filtrate voci su un possibile approdo al 42-43%, comunque considerato soddisfacente.
Sul versante opposto Brugnaro, in pista solo dal 21 marzo (fu Il Gazzettino ad annunciarlo, riportando l’esito di un incontro a palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi), appare oggi il cavallo in rimonta. Sul fronte economico ha mostrato tutta la potenza di fuoco di un imprenditore di successo, con una campagna elettorale spettacolare e ricchissima, con slogan molto diretti e approccio trasversale (per dire, ha indicato Matteo Renzi come modello di sindaco a cui si ispirerebbe). Appoggiato in prima battuta da Forza Italia e Area Popolare, strada facendo è riuscito nell’impresa di compattare tutto il centrodestra, imbarcando già prima del 31 maggio le civiche di Renato Boraso e Mattia Malgara (partiti in autonomia come candidati sindaci) e successivamente le liste dell’ex presidente della Provincia Francesca Zaccariotto (due civiche e Fratelli d’Italia) e quelle di Gian Angelo Bellati (con dentro la Lega Nord). Politicamente un mezzo miracolo, se pensiamo che si trovano a remare nella stessa direzione tutti i fratelli coltelli leghisti (dal Carroccio a Prima il Veneto, perfino con "l’appoggio esterno" dei tosiani) ed esponenti divisi in altri contesti da acerrime contrapposizioni (vedi i colpi sotto la cintura tra Lega ed Ncd).
E se al primo turno Casson ha messo quasi 12mila voti tra sè e l’avversario (38,02% contro 28,57%), alla vigilia del ballottaggio, a colpi di accordi ma senza apparentamento (così potrà eventualmente fare il bello e il cattivo tempo in Giunta) Brugnaro può teoricamente contare sul 47% di coloro che si sono recati alle urne il 31 maggio. Le 5 Stelle grilline stanno a guardare (nessuna indicazione ai 15mila votanti del 1. turno), mentre la civica della Seibezzi porterà in dote a Casson meno di un migliaio di preferenze. Partita apertissima dunque, con Venezia sospesa come non mai tra continuità e ribaltone.
