La Regione abolisce i vitalizi per tutti
i consiglieri attuali, ma non per i passati

Mercoledì 31 Luglio 2013
Debora Serracchiani
TRIESTE - Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha cancellato l'istituto del vitalizio. Si tratta di una delle importanti riforme annunciate dalla presidente Debora Serracchiani in campagna elettorale, applicata a poche settimane dal suo insediamento. Secondo la norma approvata oggi, i nuovi consiglieri eletti nell'attuale legislatura non matureranno il vitalizio; al contrario, per quelli in carica fino alla decima legislatura (ossia quella precedente a questa), l'assegno vitalizio continuerà ad essere applicato.



«Avevamo preso un impegno davanti ai cittadini e oggi lo abbiamo mantenuto nei tempi che ci eravamo dati». Così la presidente del Friuli Venezia Giulia commenta il voto del Consiglio regionale con cui sono stati approvati i tagli ai costi della politica. «Il lavoro della Giunta - prosegue - è stato convinto e deciso come era atteso dai cittadini. Abolendo nella nostra Regione privilegi ormai intollerabili come i vitalizi abbiamo fatto un passo molto importante nella direzione giusta, quella di evitare uno spreco odioso di denaro pubblico e - conclude - il discredito della politica».



«Oggi è stato approvato un progetto di legge che allontanerà ancora di più i cittadini dalla politica. Aver ingannato gli elettori su un argomento così sentito come quello dei tagli ai costi della politica è un fatto molto grave, visto che era uno dei pilastri dei primi 100 giorni della presidenza Serracchiani». La capogruppo del M5S Elena Bianchi commenta così il provvedimento approvato oggi, ricordando che i consiglieri M5S hanno presentato 15 emendamenti, di questi 14 sono stati bocciati.



Bianchi parla di maggioranza che «calpesta persino il suo programma elettorale» e di tagli che «vengono fatti solo quando riguardano le tasche degli altri», con «altisonanti proclami di riduzione del 50% dei costi che si traducono in compensi di poco inferiori ai precedenti, vengono aboliti i contributi dei singoli consiglieri all'accantonamento dell'indennità di fine mandato e di fatto vengono sensibilmente aumentati i rimborsi spese sottratti per sempre alla rendicontazione: 42 mila euro all'anno a consigliere per l'esercizio del mandato. Senza nessun giustificativo. Sono 3 anni di stipendio netto di un operaio», conclude la capogruppo.
Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 15:47
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