«Rinunciate ai botti, spaventano gli animali»

Mercoledì 20 Agosto 2014
BASSANO/CISMON - La sezione bassanese della Lav lancia un appello agli organizzatori dello spettacolo pirotecnico che chiuderà, questa sera, dopo la funzione religiosa presieduta da mons. Giuseppe Lazzarotto, le feste decennali della Madonna del Pedancino di Cismon. La Lav scrive a sindaco, Pro loco e responsabili delle feste, palesando i pericoli dei "botti", «che superano i limiti della sicurezza e del rispetto civico verso le persone che vivono in zona. Anche gli animali domestici e selvatici risentono delle conseguenze dello scoppio di petardi». La Lav riferisce un caso, dello scorso luglio, «di un cucciolo di capriolo, spaventato da un fragoroso temporale, che si rifugiò all'interno di una fabbrica della Valbrenta, notato al mattino seguente dagli operai attraverso i disperati richiami della madre. Un episodio che mette in risalto la sensibilità psicologica degli animali e la necessità di portare loro rispetto». «Certamente - prosegue la lettera, la serata pirotecnica del 20 agosto non sembra far parte di questo rispetto ed è per questo vi invitiamo a rivedere i vostri programmi». Viene anche prospettato il pericolo «di ceneri e polveri combuste o non combuste delle cariche esplosive» ed auspicato un «controllo, peraltro non previsto dalla legge, sulle sostanze che compongono le moderne miscele esplosive».
«La ditta incaricata propone spettacoli non solo in Italia, ma in tutto il mondo - risponde Giovanni Fiorese, referente del Comitato Feste decennali di Cismon - rispettando totalmente le norme vigenti. L'area dello spettacolo, in zona assai appartata, sarà diligentemente sorvegliata dallo staff dell'organizzazione delle feste». Tirato in ballo, interviene anche il sindaco. «Per le autorizzazioni sono state rispettate tutte le prescrizioni per garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela dell'ambiente - assicura Luca Ferazzoli - Inoltre, l'area dove è previsto lo spettacolo, si trova a debita distanza sia dal centro abitato che dal bosco».
Roberto Lazzarato