«Revelstoke, un bacio nel vento»: una storia d'altri tempi, da Valstagna

Sabato 28 Giugno 2014
«Revelstoke, un bacio nel vento»: una storia d'altri tempi, da Valstagna al Canada, scaturita dalle lettere dimenticate in un cassetto, che sta per diventare un documentario nel quale saranno in molti a riconoscere le storie di emigrazione vissute da migliaia di persone. Spesso accade che figli, nipoti o discendenti di valstagnesi emigrati all'estero, si rechino in municipio, nel museo o in biblioteca, in cerca delle loro radici, documenti e memorie del loro passato.
La scorsa primavera il giovane regista Nicola Moruzzi, bisnipote di Angelo Conte, valstagnese, emigrato in Canada nel 1913, si presentò al Museo Canal di Brenta con una storia particolarmente emozionante, uscita dalle lettere rinvenute in un cassetto, per recuperare documenti ed informazioni.
Angelo lasciò la Valbrenta per cercare lavoro all'estero, come altri tre milioni di veneti tra il 1876 e il 1976, con la valigia di cartone, tante speranze ed il pensiero per la sua amata moglie Anna, incinta di sette mesi di Gigetta (nonna di Nicola). Fu un'avventura breve, solo trenta mesi: nell'ottobre del 1915, infatti, i suoi sogni s'infransero durante la costruzione del Connaught Tunnel, la galleria più lunga del Nord America, dove trovò la morte. Dalle lettere dimenticate affiora «la storia di Angelo che, credo, abbia molti tratti in comune con l'esperienza vissuta dalla maggior parte dei migranti - spiega il regista -. La sua corrispondenza con Anna riflette quei sentimenti che ogni emigrato prova durante il proprio imprevedibile viaggio. La disillusione delle speranze, i problemi con la lingua, la lotta per il lavoro e il desiderio di essere accettati in un mondo completamente diverso dal proprio. Allo stesso tempo le lettere raccontano la gioia del superamento delle difficoltà, le piccole vittorie quotidiane e il paesaggio circostante, che si trasforma sempre più in un luogo familiare», le strade affollate di Vancouver, il silenzio dei monti Selkirk, i boschi millenari della Columbia Britannica, il sudore dei cantieri di Glacier. Fino all'ultima lettera, scritta il giorno prima di morire: "...Sta pur tranquilla che il lavoro che tengo, se fosse pericoloso non ci starei nemmeno un giorno perché il pensiero è di vederti e di baciarti ancora e di renderti felice...". Anna e Angelo, divisi dall'oceano, non si sono mai più rivisti.
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