"Dentro il Natale" per riscoprire una festa sempre più consumistica

Sabato 20 Dicembre 2014
Quell'atmosfera gioiosa permeata di buoni propositi, che si respirava un tempo in attesa della nascita del Bambino, è ora sconvolta dal clamore delle guerre, in questo pianeta diventato sempre più piccolo, e dal vocio di chi deve vendere, quasi per sopravvivere, soprattutto in questo momento in cui lo spendere è sempre più aleatorio. Se aggiungiamo alle difficoltà contingenti le «primavere personali trascorse», il clima natalizio di un tempo si appanna fino a diventare, ohimè, un avvenimento avvolto nella nebbia come in un lontano paesaggio invernale. I bassanesi che mantengono le antiche tradizioni, il giorno della Madonna Fredda (8 dicembre), iniziano i preparativi per accogliere, nelle loro case, nel miglior modo possibile l'evento che ha radicalmente modificato il mondo. Chi allestisce l'albero di Natale decorando l'abete con ninnoli e balocchi d'ogni specie, chi predispone il presepe componendolo con le statuìne gelosamente custodite da un anno nel luogo più idoneo. La letteratura si è occupata da sempre di questa ricorrenza che ricorda l'arrivo del Bambino ogni anno con maggiore solennità, con prose altisonanti o delicate poesie; ogni poeta (o con l'animo poetico) scrive ciò che il suo spirito sente di esprimere per l'arrivo del Bambino Gesù ed augura che ogni conflitto abbia a terminare e che il nostro pianeta, entro il quale si è costretti a convivere sempre più pigiati, si apra ad un collettivo accordo di tranquillità. Quest'anno proponiamo una poesia tratta dal volume di Nicola Parolin dal titolo "Cammin facendo" edito nel febbraio 2014. Il suo titolo è "Penso il Natale". Eccola.
"E venne il Tempo/E sgretolò i muri dell'indifferenza/ Antichi muri d'odio/ In un'alba di perla/ Tenue fiato di Bimbo le false icone di ghiaccio sciolse per sempre.
Penso il Natale/
La bruma dei prati dirada/
Nell'animo mio. Pacificato"