«Noi veneti a Roma non contiamo nulla»

Sabato 23 Agosto 2014
BASSANO - (B.C.) Tre appelli e in mezzo varie richieste - rimandate al mittente - di incontrare il guardasigilli: è la cifra del genuino impegno di Zaia per il nostro Tribunale, ma anche il simbolo della glaciale indifferenza dei palazzi della capitale.
E Francesco Savio esplode: «Quello che sta accadendo è la traduzione dell'infimo peso che il Veneto e i parlamentari veneti hanno a Roma. La nostra regione porta ogni anno 70 miliardi di euro allo Stato e lo Stato se ne infischia delle sue esigenze persino quando sa di aver sbagliato. Abbiamo solo il diritto di essere munti. Siamo in mano a pochissime persone e a una classe burocratica che di noi non sa nulla, nemmeno che Bassano non è in provincia di Belluno. Vuole solo replicare sè stessa. Questa protervia, questo disprezzo verso la gente, a venti giorni dalla scadenza dei termini per correggere la Riforma della geografia giudiziaria, mi dà la nausea».
«Sono molto deluso - rincara Savio - del Partito democratico. I parlamentari veneti, per noi, non hanno ottenuto nulla e quelli vicentini, che avevano (hanno) nel loro programma la difesa del tribunale di Bassano, non sono stati capaci di combinare neanche un incontro con un ministro membro del loro partito. Questo tipo di rapporti, dal territorio fino alla capitale, deve cambiare».