La prima bomba lanciata il 17 settembre 1915 sul Ponte vecchio

Giovedì 30 Ottobre 2014
BASSANO - L'Italia nel 1. conflitto mondiale, è entrata in guerra, dopo un anno di neutralità, il 24 maggio 1915. Il giornale cittadino "Il Prealpe", quel lunedì, dava la notizia con queste testuali parole: "Roma 23 (per telegr.) La Tribuna reca: Ci consta in modo sicuro che oggi l'Italia ha dichiarato la guerra all'Austria e Ungheria. Lo stato di guerra fra Italia e Austria comincerà domani 24 maggio". Una data che trovava Bassano, come del resto tutto il Paese, impreparata come evidenziato anche dalla stampa locale (Il Prealpe era stato fondato nel 1906). Nessuno immaginava che la nostra città si sarebbe trovata al centro di quell'immane tragedia che, per la prima volta, aveva coinvolto tutta l'Europa. I primi mesi di guerra diedero a Bassano un aspetto nuovo, dato che il movimento ed afflusso delle persone era notevolmente aumentato. All'inizio cominciarono a rientrare i lavoratori che erano emigrati nelle miniere austriache e germaniche ripopolando così la vallata del Brenta; quindi arrivarono i primi reggimenti di militari, i cui comandanti dovevano essere ospitati nelle case dei bassanesi, mentre i soldati erigevano le loro tende nelle immediate vicinanze delle campagne. Per i bassanesi erano queste occasioni di nuove conoscenze e, sia pur lentamente, di una modifica delle loro usanze. È stato raccontato che, alla fine della guerra al rientro dal profugato, i bassanesi furono sorpresi nel trovare le piantine di pomodoro seminate anche per le strade della città. Queste piantine non erano ancora conosciute dai nostri concittadini, perché essi usavano la «conserva», ossia la passata di pomodoro contenuta nel barattolo (da uno o cinque chilogrammi) che gli alimentaristi (i nostri casoìni) rivendevano in un cartoccio di carta oleata. Il pomodoro non era usato crudo come facevano, invece, i soldati provenienti dalle regioni del sud Italia: questi, consumando la scorta alimentare che si erano portati da casa lasciavano cadere i semi di questa solanacea che venne, poi, coltivata anche nei nostri orti.
Allo scoppio del primo conflitto mondiale la stampa locale non dava soverchia importanza all'avvenimento attenta, soprattutto, al grosso movimento di truppe e al rientro, obbligato, dei nostri immigrati. Quando, alle nove del mattino del 17 settembre del primo anno di guerra, «uno schianto improvviso fece sobbalzare i cittadini» Bassano stava pensando, quasi sicuramente, a come sarebbe andato il raccolto dell'uva e quanto sarebbero costate le verdure nell'approssimarsi dell'autunno. Nessuno pensava che quel primo botto, causato da un aeroplano volato sulla città che aveva «osato» scagliare la prima bomba sul Ponte vecchio, sarebbe stato l'inizio di una immane catastrofe che avrebbe cambiato il modo di vivere di tutti in pochi anni.
Ruggero Remonato