«L'allarme l'avevo dato già 10 anni fa»

Sabato 2 Agosto 2014
BASSANO - Il "brentarolo" Roberto Verin l'allarme Ponte Vecchio l'aveva lanciato già qualche anno fa: «Da sub, nuotando sotto le arcate, avevo notato chiari segni di degrado». Verin il fiume lo conosce bene, essendo uno degli ultimi ragazzi nati a cavallo ta gli anni '40 e '50 lungo le sue sponde (leggi via Portici lunghi); ed è uno di quelli che rimpiangono i tempi in cui la tutela delle acque stava a cuore più di adesso ai bassanesi; soprattutto non sopporta chi getta immondizia nel fiume. E difatti non fa solo il sub (è anche uno dei massimi esperti di montagna in seno al Cai locale): quando può scende in Brenta a recuperare di tutto perfino biciclette, ciclomotori, batterie d'auto. Sott'acqua il Brenta nasconde di tutto, fortuna che c'è ancora chi si preoccupa di andarlo a ripulire. Di certo se a Roberto venisse dato un euro per ogni oggetto recuperato a quest'ora avrebbe in tasca un bel gruzzolo magari da destinare alla ristrutturazione del celebre manufatto.
Tornando al "malato", per Verin la medicina più adatta sarebbe, come prima cosa, «quella di fare un censimento degli scarichi a monte, verso nord, da dove piove di tutto. Basta percorrere il viottolo che porta dal Ponte a Sarson e poi a Campese per rendersene conto. Sono tutti regolari quegli scarichi e quei prelievi?» «Le schiume, i solventi, i grassi - prosegue il nostro - sono tutti elementi che vanno a danneggiare il ponte. Bisogna correre ai ripari».
Per "l'ultimo dei brentaroli", come lui si definisce, «anche l'attuale pavimentazione in sasso é sbagliata, pesa troppo, viste anche le brentane. Meglio sarebbe tornare al tavolato».
La situazione lui in questi anni l'ha monitorata bene: «Sotto acqua si può notare come i pali di sostegno siano ormai consumati. Lo avevo fatto presente già dal 2004 e con il passare degli anni questo stato di cose è andato sempre più peggiorando».
La cura? «Senza dubbio bisognerebbe mettere in secca ognuna delle sponde e fare un bel lavoro. In quanto alle cifre, credo che si vada oltre quei 2 milioni di euro di cui si parla. Ritengo comunque che anche l'Europa possa dare un suo contributo visto che il Ponte degli Alpini è un patrimonio da tutelare e salvaguardare per tutti».
Gianfranco Baggio