Dicembre 1917, Bassano sotto bombardamento, fuggono migliaia di abitanti

Venerdì 25 Aprile 2014
BASSANO - Autunno 1917, la nube nera, foriera di tempesta, che si era addensata sui cieli dell'Italia, cominciava a mandare i primi lampi. Ogni sera la popolazione bassanese si recava negli angoli delle contrade, dove venivano affissi i bollettini di guerra, recanti le notizie dal fronte: il nemico avanzava come una slavina inarrestabile che nemmeno il Tagliamento era riuscito a fermare. L'ansia attanagliava l'animo, erano in ballo le sorti di tutta la guerra. E purtroppo il 24 ottobre 1917 arrivò la più disastrosa notizia dell'inizio del conflitto: a Caporetto le nostre truppe avevano ceduto, il Friuli era stato occupato dal nemico.
Bassano cominciò ad essere invasa da migliaia di soldati provenienti dal Cadore, dalla Carnia e da ogni dove, senza alcun controllo, disordinatamente, in rotta completa. Migliaia di civili, fuggiaschi, transitavano con carri e ogni altro mezzo di trasporto sui quali avevano caricate le loro povere masserizie. L'11 novembre il comando militare ordinò la requisizione delle chiese di San Francesco e San Giovanni, in cui vennero creati posti di ricovero per i soldati in transito. Il nemico, raggiunta la valle del Brenta, occupò San Marino e le sue artiglierie, messe sollecitamente in postazione, spararono sui paesi della Valle e su Bassano. Molti commercianti cominciarono a portare le loro merci fuori città, dirigendosi verso sud. La pioggia, che cadeva ininterrottamente da alcuni giorni, rese ancora più tragica le scena di queste lunghe file di uomini carri e bestie che sfilavano senza méta apparente. Le artiglierie nemiche, che si trovavano a pochi chilometri in linea d'aria da Bassano, lanciarono granate in continuazione. Furono colpiti Sant'Eusebio, Campese e i colli della Ss. Trinità. In particolare il 21 dicembre piovvero granate per ore.
Le autorità organizzaronono la popolazione che, terrorizzata, chiedeva solo di fuggire dall'inferno. Il 26 dicembre partirono dalla stazione di Bassano 1300 persone, recando con sè solo lo stretto necessario per non morire per il freddo, visto che la stagione invernale era ormai inoltrata.
Una bomba sfondò la facciata dell'ultima casa di via Schiavonetti e provocò una vittima che si era rifugiata all'interno. La mattina del 24, vigilia di Natale, il bombardamento riprese accanito e due ordigni colpirono l'Istituto delle figlie del Sacro Cuore, in via Bastion.
Una insperata tregua si ebbe il giorno di Natale.
Ruggero Remonato