Coletto: l'ospedale di comunità si farà

Lunedì 28 Luglio 2014
«I quindici posti letto ci saranno nei tempi previsti». Botta e risposta tra la Regione e il sindaco di Vicenza Achille Variati in merito al progetto dell'ospedale di comunità, struttura che si dovrebbe ricavare nella residenza di Monte Crocetta, di proprietà dell'Ipab, per curare le persone con patologie gravi dimesse dall'ospedale, ma non in grado di rientrare subito a casa. Il condizionale è d'obbligo, considerato che la giunta di Palazzo Balbi ha «congelato» l'operazione per la presunta «inaffidabilità» dell'ente - che accoglie 800 pazienti e dà lavoro a 500 persone - oggi in mano al commissario Francesco Zantedeschi.
Alla dura reazione di Variati, che ha chiesto alla Regione di rivedere al più presto la delibera, replica l'assessore regionale alla sanità Luca Coletto. «Nelle osservazioni contenute nel parere di congruità sul Piano attuativo dell'Asl 6 c'è la volontà di realizzare un'organizzazione efficiente e capace di rispondere alle esigenze della gente - spiega - L'attività del commissario segue i tempi necessari per dare soluzione ai problemi». In altre parole, per inaugurare il servizio per non autosufficienti servirà ancora un po' di tempo.
Ma Palazzo Trissino, come conferma l'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala, teme che il «no» della Regione sia la pietra tombale sul servizio, atteso da diversi anni. «È doveroso riflettere con attenzione sulla collocazione dei quindici posti, importanti per offrire concretamente i nuovi servizi previsti dal piano sociosanitario regionale - rileva ancora Coletto - Ci saranno e verranno attivati, con assoluta certezza».
Sul caso interviene Ruggero Bellotto, segretario della funzione pubblica della Cisl: «La Regione ha rinviato la verifica della fattibilità del progetto all'esito del commissariamento. Siamo consapevoli della situazione in cui versa l'ente vicentino, originata dall'assenza di programmazione. Il rilancio strutturale e organizzativo è possibile. Chiediamo quindi a Zantedeschi di adoperarsi per l'avvio dell'ospedale di comunità».
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