«Se io metto in bocca a una persona un'amalgama di mercurio nessuno batte ciglio;

Domenica 4 Gennaio 2015
«Se io metto in bocca a una persona un'amalgama di mercurio nessuno batte ciglio; se però la devo togliere e gettare è considerata un rifiuto tossico. Questa è follia!».
È uno dei paradossi più cari al dottor Bobbie Beckmam, 70 anni, svedese di nascita, bassanese di adozione, uno dei massimi esperti dell'uso di composti artificiali in odontoiatria e forse il n.1 in Italia nel trattamento delle malattie dentarie senza impiego di sostanze nocive o potenzialmente tali, a tutela non solo del paziente ma anche dell'ambiente. Il dott. Beckman da 40 anni si batte per l'eliminazione del mercurio dalle leghe che si impiantano in bocca, soprattutto per otturazioni e perni, e per questo ha sfidato (in parte ha lasciato il suo Paese per questo) e sfida le organizzazioni di categoria, l'università, l'industria. Sogna un mondo senza mercurio ("Come elemento in sé non produce nessuna particolare conseguenza; esso però, a seconda dello stato fisico, quando viene a contatto con i sistemi biologici si converte in un veleno mortale"), ma ancor oggi questo metallo è largamente usato dai suoi colleghi. «I dentisti europei - si indigna - consumano 90 t. di mercurio all'anno e nel 50% dei casi non lo sanno nemmeno smaltire correttamente. Perchè? Per tradizione, per comodità; e naturalmente sotto la spinta di interessi commerciali».
Ma un'alternativa c'è?
«Certo e da almeno sei lustri. Sono resine composte da speciali particelle plastiche e ceramiche: non hanno alcuna controindicazione sanitaria e sono persino più belle esteticamente. Ma la loro lavorazione è più complicata, gli strumenti per applicarle più complessi, gli operatori si devono aggiornare. E così i costi salgono, mediamente del 50% rispetto ai metodi tradizionali. Ma se fossero rese obbligatorie le spese scenderebbero ed eviteremmo milioni di disturbi gravissimi - in particolare in campo nervoso - e l'inquinamento indiretto da mercurio».
Ci vuole una legge. Se ne sono rese conto le massime autorità sanitarie mondiali che nella convention di Minimata, in Giappone, ottobre 2013, hanno raccomandato l'introduzione di norme rigorose sull'impiego e lo smaltimento dell'argento vivo. Di recente proprio il "nostro" dentista è stato chiamato dalla Commissione europea, a Bruxelles, a illustrare situazioni ed opzioni nell'ambito dell'odontoiatria.
«Una volta collocato in bocca - ha avvertito senza esitazioni Beckman - il mercurio rilascia lentamente tossicità. Viene chimicamente alterato dai batteri e poi penetra attraverso tutte le barriere interne del nostro corpo, dalle pareti cellulari fino al sangue. Questo causa gravissimi disturbi, comprese modificazioni genetiche o cessazioni di funzionamento di organi. Per comodità, i dentisti d'Europa non vogliono abbandonare l'amalgama come materiale di riempimento. I sistemi di separazione del mercurio negli studi dentistici sono fatti male e con scarsi controlli: la conseguenza diretta è l'inquinamento quando viene scaricato. Tonnellate di mercurio finiscono nell'ambiente sotto forma di fumo dei crematori e attraverso le feci delle persone che hanno amalgama in bocca. Ne consegue che c'è solo un modo per arginare questo fenomeno: vietare l'uso dell'amalgama di mercurio. Purtroppo le alternative che propone l'Unione sono poco confortanti. Si vorrebbe abolire formalmente l'amalgama, prevedendo però delle eccezioni e comunque mantenendo margini di libertà a seconda delle convinzioni dei professionsti. L'obiettivo deve essere di avere un'Europa in cui l'amalgama non sia un'opzione, ma un reale divieto, senza eccezioni che costituirebbero comode vie di fuga per continuare ad utilizzare un materiale letale».
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