«Pronto allo sciopero della fame»

Martedì 16 Settembre 2014
Ennesimo capitolo, e stavolta ancora più cruciale.
Giuliano Stefani, nella sua battaglia ultradecennale per la questione del condominio San Benedetto, promette una forma di protesta eclatante: lo sciopero della fame. Lo inizierà tra pochi giorni, dice l'ex sindacalista, in pieno conflitto col palazzo comunale che accusa di essere sordo alle richieste sue e degli altri inquilini "in lotta" ormai da 15 anni per la questione dei costi di gestione delle aree esterne addebitate a inquilini e residenti. Mentre da sempre lui sostiene, sbandierando soprattutto l'ormai annosa convenzione tra Comune e Iacp, poi Ater, che quei soldi non dovevano pagarli le famiglie del quartiere. Ma non ottenendo soddisfazione, Stefani ha depositato in municipio una nuova lettera al vetriolo indirizzata al sindaco Dalla Valle e alla giunta. Le bordate questa volta sono riservate soprattutto al Pd scaligero: omertà, ipocrisia, sudditanza e menefreghismo politico rappresentano la carrellata di epiteti scagliati verso i Dem, soprattutto ricordando una pietra miliare che proprio un amministratore di quell'area lasciò scritta in sala consiliare.
«Nel novembre 2008 - scrive Stefani - l'allora rappresentante del Pd Toni Patassini disse: "Se il Comune non applica quanto convenuto nella convenzione del 1988 tra Ater e Comune, rischia di essere citato per concorso in truffa continuata e aggravata, nonchè omissione di atti d'ufficio". Il tutto accompagnato dalla memoria di uno studio legale».
Invece oggi i rappresentanti del Pd, sulla stessa questione, «fingono di non capire, non vedere, non sentire - tuona Stefani - e sono tutti schierati nel negare l'evidenza».
Parole pepate, anche se meno dure, pure verso il resto del consiglio: «Trovo alquanto inadeguata la posizione anche delle minoranze su questa vicenda, che è il vero problema politico e sociale di Marostica». Sono 15 anni che lotta per avere giustizia, scrive Stefani, ma si trova davanti solo "facce di gomma". E ora butta sul tavolo la carta della disperazione, lo sciopero della fame imminente.
Non crede alla volontà di capire il problema, o alle verifiche tecniche promesse dal sindaco: per lui la situazione è chiara, chiarissima. Ora il braccio di ferro rischia di prendere una strada drammatica.© riproduzione riservata