Zaccariotto, scossa civica a destra

Domenica 1 Marzo 2015
Abbracci, strette di mano, selfie a addirittura una richiesta di autografo (però gentilmente declinata). È stata a dir poco calorosa e scenografica l'accoglienza riservata a Francesca Zaccariotto dai suoi sostenitori, ammassati in 400 in una sala del Russott di Mestre.
L'ex presidente della Provincia ha presentato il nuovo simbolo "Venezia domani" leggendo i suoi propositi tra soffondi musicali, spezzoni di film ("Quinto potere") e applausi a ripetizione. In sala anche una nutrita schiera da Forza Italia di tutta la provincia, tutto Prima il Veneto e gli esponenti di Fratelli d'Italia. Per fare qualche nome, in prima fila Paolino D'Anna, Cesare Campa, il consigliere regionale Giovanni Furlanetto, l'assessore Remo Sernagiotto, Alessandro Vianello e anche l'ex socialista Alvise Ferialdi. Zaccariotto, sul palco, parla di una città che non si sente più sicura e di un clima di antipolitica in cui tutti finiscono nel calderone. «I cittadini odiano i politici, addirittura c'è chi li vuole morti. Non riescono a distinguere chi governa male e chi governa bene». E alla voce "chi governa male" mette al primo posto il Pd. «Il Mose ha fatto una sola cosa buona: arginare l'avanzata di Orsoni e del centrosinistra verso la Città metropolitana» affonda Zaccariotto. Ed elenca fallimenti: il Patto di stabilità non rispettato (a differenza della Provincia e di tanti altri comuni), il Palais Lumierè, la vendita delle quote Save e l'aumento di furti e accattonaggio. Le primarie, quindi, sono inutili: «Chiunque vinca si deve adeguare al programma del Pd, e allora per che cosa fanno la guerra?».
Il centrodestra, e in particolare i partiti, sono invece colpevoli di rassegnazione: «Non possiamo aspettare il 15 marzo e decidere in base all'avversario. Aspettare è un errore strategico e politico. Ma aggiungo anche che dicendo "tutti tranne la Zaccariotto" non si vince». E poi spiega che lei è pronta a governare ma anche a fare un passo indietro per un progetto condiviso. A patto che non si scelga in base all'anno di nascita o alla residenza e soprattutto che non ci si affidi a un apprendista. «E con apprendisti non mi riferisco solo per il centrodestra - spiega Zaccariotto - Ma anche a Pellicani. Non si può essere adatti a tutti i vestiti, la situazione della città non dà il tempo di abituarsi al ruolo». Un messaggio a Brugnaro?
Nel finale, il colpo di scena: sul palco, accanto a lei, sale il sottosegretario all'economia Enrico Zanetti: «Questa non è una battaglia tra centrodestra e centrosinistra ma contro i centri di potere e gli uomini di Cacciari - dice il numero uno di Scelta Civica - Lancio un appello a tutti i movimenti: questa è un'occasione unica per lanciare un vero progetto per Venezia ma bisogna fare squadra». "Non pervenuta" la Lega Nord ma la presenza in sala dei coordinatori provinciali di Forza Italia e Fratelli d'Italia, Roberto Ferrara e Pietro Bortoluzzi è sicuramente un segnale di apertura. E, chissà, la manifestazione di Salvini e Meloni di sabato prossimo a Venezia potrebbe essere l'occasione per ufficializzare l'appoggio di una parte della Lega Nord (quella non tosiana) e di Fratelli d'Italia.
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