Usate come doccia anche dai barboni

Sabato 2 Agosto 2014
Usate come doccia anche dai barboni
Piazza San Marco è solo la punta dell'iceberg-degrado a Venezia. Il cuore della città ha sempre i riflettori puntati su bivacchi selvaggi, abbronzature sui masegni e affollamento di venditori abusivi. Ma il salotto buono è solo la chioma dell'albero del malcostume che ramifica in tutta la città. Si potrebbe delineare una mappa del degrado, dove alcune zone piuttosto che altre sono migliori per dormire, bivaccare, lavarsi, prendere il sole e fare acquisti irregolari. Per l'alloggio improvvisato, ad esempio, le aree più quotate sono Calle Priuli in stazione, abbastanza nascosta per stendersi con i sacchi a pelo, il vicino Campiello della Colombina, scorcio interessante per dormire a cielo aperto con materassi di dubbia provenienza allineati sui masegni, mentre per gli accampamenti in tenda è più gettonata la riva delle Zattere. Qualche notte si posson vedere stranieri dormire della grossa anche sulle panchine di Sant'Elena e sulle sedie in legno dei pontili, al riparo dall'umidità della notte. Per bivaccare ogni campo ed ogni via della città è buona ma chi vuole “trattarsi bene” improvvisa tavolate e pic-nic “faidate” con tovaglie e asciugamani sulla riva di alcuni canali interni di Cannaregio. La maggior parte però, si siede sui rii in cui passano le gondole con panino in mano e piedi in ammollo ammirando il paesaggio. Per prendere il sole, oltre alla grande “piscina naturale” provocata dall'alta marea a San Marco, i luoghi più affollati sono la riva della zona realtina e quella delle Zattere, ma si possono vedere stranieri stesi per strada anche in alcuni angoli di Riva degli Schiavoni a Castello. Per bere e lavarsi (corpo, piedi, ascelle) vi sono le fontane cittadine. Quella di San Giacometto è spesso usata come doccia, lo stesso le fontanelle dei giardini di Castello, nel parco giochi dei bambini, dove i turisti della Biennale e i barboni si rinfrescano togliendosi scarpe, calzini e magliette. Per fare merenda e cercare ombra vanno bene anche le scalinate dei musei e delle abitazioni private, dove i più maleducati si siedono a gruppetti ostacolando il passaggio. Gli abusivi invece, concentrati soprattutto sulla zona marciana, non disdegnano ponti, calli e campielli di minor passaggio, pur preferendo rive e aree aperte come San Geremia, Riva Sette Martiri e il ponte dell'Accademia.
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