Una città di case popolari: sono 17mila

Giovedì 2 Aprile 2015
(g.pra.) Quasi 17mila case popolari nel Comune di Venezia. Per la precisione, 16.822 alloggi ad uso abitativo. Il patrimonio immobiliare degli enti che fino ad oggi nessuno conosceva, arriva a fronte di una richiesta di accesso agli atti di Matelda Bottoni, rappresentante delle Associazioni per la Consulta della casa. Comune, Ater, Ire e l'Istituzione Veneziana Servizi Sociali (ex Elemosiniere) hanno messo on line il numero dei loro beni immobili e ora resta da capire quanti di questi siano affittati o si possano affittare a chi ne ha bisogno.
Il Comune di Venezia possiede circa 5.200 alloggi, l'Ater (dati del 2012): 10.982 (quindi il doppio del Comune) di cui 7.719 di edilizia sovvenzionata, 2.014 di edilizia calmierata e 1.249 di terzi in gestione. L'Ire ha un patrimonio immobiliare ad uso abitativo di 462 unità, a cui si aggiungono quelle ad uso commerciale (179), ospizi e sedi di attività istituzionali (25), i fabbricati rurali e i terreni (57). l'Istituzione Veneziana Servizi Sociali conta 178 alloggi abitativi, a cui si aggiungono 82 unità per uso commerciale e 2 case-alloggio di assistenza. Bottoni non è soddisfatta dai dati forniti dall'Ater: «Poiché siamo in una condizione di emergenza abitativa simile solo al dopoguerra, l'Ater deve fornire i dettagli degli immobili, quanti sono abitati e quali no. Nel caso di mancata pubblicazione mi rivolgerò all'Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione)». Nel Comune di Venezia la media annuale degli sfratti con forza pubblica è tra i 5 e i 6 al giorno dal lunedì al venerdì. Al problema delle manutenzioni e delle case sfitte si aggiunge quello di chi occupa le case popolari con redditi non proprio bassi. «La Legge regionale - aggiunge Bottoni - prevede che il tetto massimo di reddito per chi ha diritto a rimanere in una casa popolare sia di 107 mila euro l'anno. Una norma che va assolutamente cambiata».
Nel 2014 sono state 55 le famiglie, nelle case ad affitto agevolato del Comune, che hanno superato il tetto dei 107mila euro di reddito. Un altro esempio portato dalla rappresentante è quello di un gondoliere che vive in una casa comunale a Mestre e nei giorni scorsi stava per essere sfrattato: l'uomo non aveva presentato i redditi e aveva accumulato una morosità d'affitto di circa 100mila euro, ma pochi giorni prima dello sfratto ha saldato parte del suo debito (60mila euro) chiedendo la rateizzazione dei restanti 40mila e scampando così allo sgombro. «Il vero problema di Venezia - aggiunge Bottoni - è chi occupa le case popolari legalmente ma non moralmente, togliendo la possibilità a chi ne ha veramente bisogno. Redditi medi che dovrebbero confluire nel mercato degli affitti privati».
Nel frattempo gli sfratti continuano e questa mattina l'Asc (Assemblea sociale per la casa) terrà una conferenza stampa a San Pietro di Castello. I giovani hanno aiutato la famiglia dell'anziana che si era suicidata alcuni mesi fa a liberare l'appartamento che appartiene all'Ater. «Non vogliamo che anche questa abitazione faccia la fine di molte altre della zona, vuote e inutilizzate - annuncia Nicola Ussardi, rappresentante dell'assemblea - inviteremo l'ente ad affittarla il primo possibile a qualcuno in graduatoria, altrimenti sarà occupata da qualche famiglia bisognosa di alloggio».
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