Si sgombera la palestra del Luzzatto Nessun danno all'impianto sportivo

Martedì 1 Settembre 2015
Sono iniziate le operazioni per il trasferimento dei 50 profughi ospitati alla palestra dell'istituto Luzzatto di Portogruaro.
A confermarlo è stata la stessa cooperativa Solaris che si è occupata in questi mesi della gestione dell'accoglienza. Ieri a Ca' Corner a Venezia, proprio la cooperativa Solaris è stata tenuta sulla graticola dopo le recenti dichiarazioni su un'ipotetica disponibilità di 700 posti. Una circostanza che, però, ieri in sede di dibattito a Venezia è stata accolta con le pinze in attesa di dati certi. «Le indicazioni che abbiamo avuto dalla Prefettura - spiegano i responsabili della cooperativa - sono quelle di trasferire il gruppo di ragazzi che ci sono stati assegnati. Gli altri gruppi dovranno lasciare la palestra nelle prossime ore». Tempo due o tre giorni, la palestra del Luzzatto verrà quindi pulita dalla stessa cooperativa Solaris e restituita all'istituto, dove in questi giorni sono in corso gli esami di idoneità. Già nei giorni scorsi i migranti avevano iniziato a riordinare l'area e a sistemare le loro cose: abiti, coperte e altri oggetti. Incessante è stato anche l'impegno delle associazioni di volontariato, che si sono adoperate per rendere più rapido e meno problematico il trasferimento di queste persone verso alloggi privati e il ritorno della palestra alle normali attività scolastiche. «Il Comitato di coordinamento delle associazioni di volontariato, che in queste settimane ha svolto attività di assistenza sussidiaria ed integrativa a quella della cooperativa, - spiegano i volontari - si è reso disponibile per una ulteriore sistemazione della palestra, che non necessità tuttavia di manutenzioni particolari perché non è stata in alcun modo danneggiata». Nemmeno la delicata pavimentazione in parquet, sulla quale aveva espresso la sua preoccupazioni anche la dirigente dell'istituto Michela Borin, sarebbe stata rovinata. «Verificherò con i miei tecnici - spiega Borin - la situazione. Ho sempre detto fin dall'inizio che la palestra non era poteva essere un luogo idoneo all'accoglienza dei profughi. Nell'emergenza purtroppo non abbiamo chiuso le porte e mi sembra che, grazie all'impegno dei volontari, la permanenza dei profughi sia sta piuttosto tranquilla».
Teresa Infanti

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