«Scuole belle? Una presa in giro del Governo»

Giovedì 28 Agosto 2014
«Scuole belle? Una presa in giro del Governo»
«Il presidente del governo Renzi affida l'operazione "scuole belle" alla Manutencoop senza gare d'appalto. Sì, la stessa cooperativa rossa che gestisce le pulizie delle scuole dove si sono creati tutta una serie di problemi per l'igiene e le pulizie durante lo scorso anno scolastico». Lo afferma il sindaco di Scorzè, che poi si chiede: che fa Manutencoop? Utilizza lo stesso personale di pulizia alle proprie dipendenze per fare lavori di ridipintura delle pareti, di piccola idraulica, di sostituzione di vetri e maniglie e di mantenimento del verde.
«In pratica, in questi giorni un esercito di signore delle pulizie, posato lo strofinaccio, è obbligato a prendere in mano cacciaviti, pennello, cesoia o chiavi inglesi». Così con sarcasmo il sindaco di Scorzè critica la politica del governo nell'ambito dell'edilizia scolastica. «In seguito alla richiesta di Renzi, abbiamo inviato a Roma un progetto di ampliamento della scuola primaria del capoluogo ma successivamente non è arrivata alcuna comunicazione rispetto all'accoglimento dello stesso, né riguardo a eventuali finanziamenti. È arrivata invece comunicazione che le scuole erano state inserite nel progetto "scuolebelle". Ma chi ha chiesto al governo di abbellire le nostre 8 scuole su 9 se già in parte lo aveva fatto il Comune?» Si chiede ancora il sindaco: «E perché le donne delle pulizie sono state "formate" e hanno imparato a fare "con competenza", i lavori di manutenzione? E perché quando vengono effettivamente impiegate si scopre che non possono salire sulle scale a pioli e quindi possono fare lavori solo fino a due metri di altezza e solo quelli che si possono eseguire dall'interno?
«Siamo alle comiche. Qualche giorno fa poi, incredibilmente - scrive ancora il sindaco - il Governo ha pure avuto l'ardire di chiedere ai Comuni collaborazione. Non si capisce a cosa dovremmo collaborare viste le ingenti somme messe a budget per lavoretti che sicuramente, se lasciati alle Amministrazioni locali, sarebbero costati molto meno».
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