Salvini scuote il centrodestra «Affossati dai personalismi»

Sabato 18 Aprile 2015
Arriva puntualissimo. Felpa bianca con scritta Veneto in caratteri giallo sole. Salvini, uno dei Matteo nazionali che, nel giro di qualche giorno, giungeranno in città per far da supporter ai candidati alle elezioni di maggio, approda alle otto e mezza davanti al Molocinque nella «Sesto San Giovanni» veneziana, come la chiama lui. Una definizione in linea con la sua visione della città. «Avevamo la possibilità di far "esodare" il Partito Democratico. Invece, - attacca il segretario del Carroccio - la divisione del centro destra non aiuta. Venezia rischia di essere un museo, la terraferma un dormitorio e... Marghera, beh, par di essere a Sesto San Giovanni. Come Lega siamo esistiti poco qui a causa di rivalità e protagonismi». Che non accennano a finire, a quanto pare. Ai giornalisti che gli chiedono, infatti, cosa pensi della candidatura a Sindaco di Francesca Zaccariotto, ex-presidente provinciale del Carroccio, ribatte secco: «Malati di protagonismo e di orticelli personali (((gimmag)))». A chi lo incalza su possibili apparentamenti con il candidato del centro-destra Luigi Brugnaro, risponde: «Non esiste». Lui sta con l'aspirante primo cittadino Gian Angelo Bellati, segretario generale dell'Unioncamere Veneto, che qualche istante dopo - il candidato alla permanenza in Regione Luca Zaia arriverà in tarda serata - cenerà al suo fianco al Molocinque, insieme ad oltre 260 attivisti della Lega, tra cui spiccano gli europarlamentari Bizzotto e Fontana. Attivisti che gli stringono la mano. Qualche donna lo accarezza con buffetti sulla guancia e qualche complimento: «Bel toso», le più giovani gli strappano un selfie mentre, in maniche corte e fazzoletto veneto al collo, sguscia fuori dal bagno nel locale della prima zona industriale. Tutti gli chiedono di spendersi per la città. E non sono soli. «Ricevo mille sms da Venezia. Andrò al Lido - assicura senza dare tempi - per vedere la colonia Morosini e a Favaro per il campo rom». Se Salvini, che ieri sera dopo la cena, innaffiata da Valpolicella e Soave, si è collegato da Marghera in diretta con «Bersaglio Mobile» di Enrico Mentana, oggi proseguirà il tour elettorale facendo tappa a Musile e Portogruaro, domani a mezzogiorno il capo del Governo Matteo Renzi raggiungerà il teatro Toniolo a Mestre per la sua seconda presenza veneziana dopo la nomina a presidente del Consiglio dei Ministri. Doppio lo slogan scelto dalle forze di centro sinistra - «Vincere a Venezia e cambiare il Veneto» - tutto da rilanciare dall'ex-sindaco di Firenze al Toniolo, un luogo al chiuso scelto, a quanto pare, anche per ragioni di sicurezza. La platea di 700 posti del teatro mestrino dovrebbe, comunque, essere sufficiente ad accogliere quanti vorranno incontrare Renzi che salirà sul palco al fianco di Felice Casson, candidato sindaco a Venezia e di Alessandra Moretti, in corsa per la presidenza regionale. L'intervento di Renzi verrà anticipato dal segretario comunale del Partito Democratico di Venezia Emanuele Rosteghin e dal Segretario metropolitano Marco Stradiotto. Reduce dal soggiorno statunitense, dove ha incontrato il presidente Obama, Renzi giungerà in auto da Mantova e, dopo il sostegno ai candidati nella doppia sfida che sta entrando sempre più nel vivo, ripartirà in volo per Genova.
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